Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Argentina. Emigrazione. Secoli XIX-XX
anno <2001>   pagina <75>
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Emigrazione del Malese a Buenos Aires 75
In funzione di una comparazione ragionata con i dati della provincia di Caserta, abbiamo applicato lo stesso criterio di suddivisione in cinque coorti alle partenze da S. Gregorio nel periodo esaminato (1876-1900).
Nel primo gruppo (1876-1880) il 91,1 degli emigranti va in Argenti­na, mentre il restante 8,9 si divide tra Brasile e Stati Uniti. Il 23,3 sceglie quest'ultima meta nella coorte successiva (1881-1885), solo il 3 va in Brasile ed il 73,7 in Argentina, che resta la destinazione più importante anche nella coorte 1886-1890 con 1*81,1 degli arrivi, rispetto al 15,5 degli USA ed il 34 del Brasile.
Nella coorte 1891-1895 remigrazione negli Stati Uniti (47,5) quasi equivale quella in Argentina (50,9), mentre le partenze per il Brasile scendono all'I ,6 e poi allo 0,9 nell'ultimo periodo (1896-1900), quando il dato verso l'Argentina è pari a 60,6 e quello per gli USA a 38,5.
Il confronto tra questi dati e quelli dell'emigrazione complessiva dalla provincia di Caserta evidenzia una netta discordanza tra il flusso di partenza locale, che predilige sempre la meta argentina, e quello provinciale che, dall'iniziale direzione verso paesi extramericani, sceglie poi preferenzialmente Stati Uniti e Brasile, lasciando in terza battuta l'Argentina. C'è qualcosa, a Buenos Aires, che attrae costantemente la gente di S. Gregorio per tutto il periodo esaminato.
Gli emigranti che complessivamente partono dal paese sono lo 0,9 dell'intero movimento migratorio della provincia di Caserta e soltanto lo 0,1 di quello della regione Campania. Ma i valori cambiano quando si parla specificamente della migrazione verso l'Argentina; in questo caso il contributo della gente di S. Gregorio è pari al 7,1 di tutta la migrazione provinciale, e corrisponde allo 0,9 delle partenze dell'intera Campania verso l'Argentina. L'esame del Registro Emigrati di S. Gregorio non è solo Fonte di numeri, ma fornisce un'ampia serie di spunti per lo sviluppo di nuovi argomenti quali lo studio demografico delle età dei partenti, dei mestieri diffusi nel territorio, per l'individuazione delle catene migratorie e per una ricostruzione delle genealogie che, in un paese di 1.000 anime, sono in ogni modo intersecate tra loro ed ascrivibili, nel tempo, a pochi ceppi d'origine.
Il Registro riporta il mestiere per ogni emigrante, annotandolo con precisione anche per bambini ed infanti. Nel trentennio esaminato partono 703 bracciali e 265 contadini: in realtà è la stessa categoria lavorativa, là dove la definizione di contadino sostituisce quella obsoleta di bracciale utilizzata nei primi anni del Registro.
Bracciali e contadini sono il 91,7 di tutti i partenti. Il restante 8,3 dei mestieri è un'ampia carrellata comprendente lavori semiqualificati quali cuochi, mugnai ed undici cucitrici; lavori qualificati con venti calzolai, undici