Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <85>
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Uh ri e periodici
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re scientifico che militare, sia politico che commerciale. Per questo insieme di impe­gni, la conoscenza scientifica costituiva un elemento indispensabile: quel che restava della cultura dell'Illuminismo, prima di tramontare quasi definitivamente, investiva cosi anche la periferia del mondo, ora intesa non solo come oggetto di indagine, ma anche come luogo in cui si diffondeva la ricerca scientifica, ed a cui occorreva acco­starsi con spirito nuovo e moderno. Le condizioni di vita nelle colonie avevano im­posto nuove prospettive, nella direzione ad esempio della metropolizzazione e della mondializzazione della scienza; e da tali nuove aperture era sorta una ineludibile spìnta verso la modernizzazione. Basti pensare al fatto che lo sforzo necessario ad organizzare la vita e la produzione nelle regioni occupate richiedeva la formazione di nuove élìtes intellettuali e di istituzioni locali e territoriali capaci di affrontare e risol­vere quei problemi specifici e possibilmente di collegare le tradizioni colà esistenti con gli apporti tecnici e culturali che venivano dall'Europa. Cosmografi, medici e scienziati, ingegneri civili e minerari, teologi e letterati reinventavano la propria cultu­ra adattandola a queste nuove esigenze.
La politica delle riforme, bandita e soffocata nella madrepatria, sembrava resi­stere neU'amministrazione coloniale ed era anzi avvertita dai funzionari migliori come una necessità che consentisse alla Spagna di continuare a governare quel vasto impe­ro (Galvez, Gii y Lemos, Higgins, Mata Linares, Revillagigedo ...).
In questo quadrò, il progetto di Malaspina fu quello di rilanciare la politica delle riforme per la salvezza delle colonie e della Spagna, per la rigenerazione e non certo per la distruzione della Monarchia: la Spagna e le sue colonie d'America e d'Asia ormai avevano un comune destino, e la salvezza dell'una era legata allo svi­luppo delle altre. Questo disegno gli derivava dalla sua formazione saldamente legata alle correnti dell'Illuminismo europeo. In Spagna egli aveva accentuato e meglio pre­cisato quella sua collocazione culturale partecipando attivamente al clima politico il­luminato e riformatore sorto attorno a Carlo III e da questi favorito con l'adesione convinta e dinamica di uomini di stato e politici di grande levatura culturale (Flori-dablanca, Compomanes, Aranda, Jovellanos ...); e ad alcuni di essi Malaspina, come sappiamo e come qui ribadisce Dario Manfredi, esplicitamente ebbe a richiamarsi. La stessa Marina spagnola, all'interno della quale Malaspina compì tutta la sua carriera di ufficiale, risentì molto intensamente di questo clima: ad esempio a Cadice il brigadie­re Vicente Torino, per la redazione dell'Atlante marittimo della Spagna, volle circon­darsi di ufficiali che erano anche scienziati, cioè cartografi, astronomi e naturalisti; Malaspina fu della partita e si legò ad alcuni di quegli stessi ufficiali che poi saranno da lui associati all'impresa della Spedizione (Alcalà Galiano, Bauzà, Espinosa, Ver­nacce e si ricordi che Bauzà ed Espinosa diressero in anni successivi il Deposito Hydrograpco, cioè l'attuale Museo Naval, di Madrid).
Ma l'esplodere delle grandi tensioni sociali e rivoluzionarie, in Europa come nei paesi coloniali, ed il succedersi prima dei conflitti intereuropei e poi delle guerre napoleoniche, contribuirono a caratterizzare in maniera anche drammatica questo passaggio d'epoca dal vecchio al nuovo mondo, dal vecchio al nuovo regime e se­gnarono in manièra forte la storia successiva, praticamente in ogni angolo della terra.