Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <86>
immagine non disponibile

86 Libri e periodici
Malaspina avverti come pochi questa realtà in movimento e, in spirito di servi­zio nei confronti di quella sua patria adottiva, denunciò con grande consapevolezza e lucidità l'inadeguatezza delle strutture politico-amministrative preesistenti nei rapporti della Spagna con le colonie. Già in qualche modo prevedendo il crollo del dominio spagnolo nelle Americhe e la stessa crisi politica della Monarchia, volle indicare solu­zioni che furono brutalmente respinte ma che attingevano direttamente al bagaglio del riformismo illuminato del periodo di Carlo IH, alla migliore tradizione della Ma­rina spagnola e alla stessa esperienza del personale amministrativo inviato nelle colo­nie dal governo di Madrid.
In queste circostanze era maturato lo scontro tra Malaspina e Godoy. Questo ministro, ampiamente sostenuto da Carlo IV e dagli ambienti di corte, in pochi anni aveva liquidato definitivamente la politica di Carlo III e aveva disperso quasi tutto lo schieramento riformatore. Di esso all'interno del governo rimaneva ancora per po­co, ed appena tollerato, solo il ministro Antonio Valdes, grande amico di Malaspina; lo stesso conte di Aranda era stato messo a tacere dopo una burrascosa seduta del Consiglio di Stato, nel corso della quale il vecchio ed autorevole statista riformatore aveva attaccato apertamente Godoy e la sua politica estera, chiedendo al più presto una pace con la Francia rivoluzionaria ed una scelta decisamente anti-inglese. E pro­prio la questione della pace con la Francia fu l'elemento destinato ad aggiungere altri e più gravi contrasti tra Malaspina e Godoy. Anche Malaspina, infatti, si era schierato sulle posizioni di Aranda, elaborando una dettagliata riflessione di politica estera da affidare al governo. Ma la sua proposta, come già le riflessioni politiche sull'ammini­strazione coloniale, venne ugualmente ignorata da Godoy. Per quanto sia impossibile ricostruire con completezza tutta questa vicenda, possiamo almeno per ora affermare che Malaspina abbia allora tentato di rivolgersi direttamente alla Corona; e fu spinto a farlo per contribuire a risollevare le sorti della Spagna a seguito delle pesanti scon­fitte militari da essa subite ad opera degli eserciti francesi. Malaspina sostanzialmente riteneva che l'esito disastroso della guerra tra Spagna e Francia avesse fortemente umiliato la Monarchia ed il Paese, e tale bruciante umiliazione avrebbe potuto sanci­re il fallimento della politica di Godoy; perciò per lui quel governo andava urgente­mente sostituito con un altro che riprendesse la linea delle riforme da un lato e della pace con la Francia dall'altro. Ma evidentemente quel disastro militare non aveva di molto scalfito i rapporti tra Corona e governo, né l'impopolarità di Godoy in quel momento era tale, quale Malaspina l'aveva probabilmente valutata. Perciò la partita si chiuse a favore di Godoy, che ottenne dal Re piena solidarietà, insieme al mandato di cattura contro Malaspina.
Si tratta, in conclusione, di una vicenda politica ancora da approfondire e da porre nella sua più giusta luce; ed,, a tale proposito, questo rigoroso lavoro di Dario Manfredi può costituire un nuovo e valido invito agli studiosi.
RAFFABU? GIURA LONGO