Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <89>
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Libri e periodici
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svizzere concluse una lunga, gloriosa carriera militare. Morì infatti a Pietroburgo, allo stremo delle forze, il 6/18 maggio 1800.
Queste lettere, dal linguaggio laconico, tagliente come una lama, vivo e im­maginoso [...] ricco di proverbi e detti popolari sono aderenti come poche alla sua vita di soldato fra i soldati: poveri servi della gleba analfabeti, costretti a ferme lun­ghissime anche oltre vent'anni, che uscivano dai villaggi ragazzi e vi tornavano vec­chi, invalidi, quando tornavano...
Non è un caso che la Conversazione eoi soldati nella loro lingua-, veramente unica, costituisca la parte conclusiva della sua Nauka pobedat (la scienza della vittoria): complesso di riflessioni sull'arte della guerra e manuale ad uso di ufficiali e graduati, uscito dall'esperienza di una vita di condottiero. Una figura gigantesca, per due secoli largamente studiata, su cui il curatore ci offre un'ampia bibliografia storiografica: dal saggi anonimo, uscito a Torino nel 1799 sino alle Lettere, pubblicate da V. S. Lopa-tin e all'ultima biografia di 1.1. Rostunov (Mosca, 1989).
ANGELO TAMBORRA
Risorgimento e teatro a Bologna. 1800-1849 a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Ta­rozzi; Bologna, Patron, 1998, in 8, pp. 265. S.p.
Dalla teoria alla pratica: questo potrebbe essere lo slogan del secolo XLX dal momento che proprio in quegli anni si tentò, tra l'altro, di mettere in pratica alcuni enunciati teorici emersi dalle istanze dei grandi movimenti rivoluzionari che avevano caratterizzato la fine del XVIII secolo: curiosamente infatti, in clima di restaurazione, il desiderio di fare piazza pulita di tutte le innovazioni precedenti, rimase largamente disatteso per quanto riguarda il teatro, anzi, quanto precedentemente sancito, istitui­to, o suggerito, divenne il punto di partenza degli operatori del settore. Da allora in poi, infatti, e sulla base di quei principi, il teatro iniziò la sua trasformazione in senso moderno attraverso una serie di riforme che potremmo riassumere in due punti fon­damentali: la configurazione dell'evento teatrale come servizio offerto al cittadino e finalizzato alla sua formazione, e l'idea di teatro stabile, base prioritaria ai fini della qualità e professionalità dell'arte teatrale, idea quest'ultima che ebbe sviluppi e con­seguenze importanti fino ai nostri giorni.
Questo è quanto emerge dalla lettura di questo libro Risorgimento e teatro a Bo­logna. 1800-1849 che si apre con un interessante e ricco saggio di Marina Calore dal-Peloquente titolo Dalle premesse giacobine alla rivoluzione del 1848ì il quale, nel riper­correre le vicende teatrali di Bologna, evidenzia immediatamente il rapporto di eausa ed effetto con gli eventi che caratterizzarono gli ultimi anni del secolo precedente. In quel periodo così denso di aspettative e cambiamenti dal punto di vista politico, compagnie e organizzatori si trasformarono, dunque, secondo quei nuovi criteri di gestione e fruizione del teatro codificati da Francesco Saverio Salfi sul Termometro politico del 26 luglio 1797, cercando innanzitutto di strutturarsi secondo schemi