Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <92>
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Libri e periodici
teatro, per i quali rappresentano una importante fonte di documentazione com­pito che peraltro questa opera sul teatro risorgimentale bolognese assolve egregia­mente ma difficilmente finiranno nelle mani degli operatori del settore. Eppure non sarebbe male se chi oggi gestisce teatri e compagnie, specie se finanziate con i fondi pubblici, non dimenticasse che, nonostante tutto, un principio resta sempre valido e inderogabile, quello che riafferma che il teatro è un servizio fornito al citta­dino e non uno strumento di potere e che il suo fine autentico non è quello di pro­durre eventi in omaggio allo star-system, ma cultura che risponda quotidianamente alle reali esigenze del pubblico.
LAURA BIANCUMI
PIETRO ZOVATTO, Rosmini a Trieste, a Portogruaro e in Friuli (epistolario inedito); Trieste, Centro Studi Storico-Religiosi Friuli Venezia Giulia, 29,1998, in 8, pp. 115. S.p.
Di Rosmini di cui si è celebrato di recente il bicentenario della nascita (1797-1997) si sono potute contare numerose pubblicazioni, tra cui l'ed. critica Della mis­sione a Roma negli anni 1848-49. Commentario, a cura di L. Malusa, Stresa, Ed. Ro-sminiane, 1998. Ora Pietro Zovatto dell'Università di Trieste apre uno spaccato sul­l'influenza diretta di Rosmini nel Friuli, in particolare a Udine e a Portogruaro, non­ché a Trieste.
L'occasione per la città adriatica gli viene offerta da una lunga lettera di Giu­seppe Lugnani (1821), capodistriano, a Rosmini con la quale si sollecitava il giovanis­simo intellettuale, già affermato, a scrivere un saggio polemico contro l'incredulità crescente soprattutto presso la gioventù studiosa. La risposta è molto netta nei con­tenuti, anche se rispetta le regole formali della cortesia. Rosmini afferma che gli atei vanno rispettati, non possono essere presi di punta con un teologare speculativo, ma avvicinati con le coordinate della loro cultura. E infatti la carità unita all'amicizia e alla mitezza che possono far accettare le intuizioni evangeliche di Dio, più che una polemica aggressiva e controproducente.
A Portogruaro Rosmini ha per amico Domenico Pujatti, preside e quindi di­rettore di quel Seminario Vescovile, ove si usavano i testi dì filosofia e di teologia morale di Rosmini fino al 1848, quando l'epurazione del generale Radetzky fece piazza pulita dì tutti i rosminiani considerati liberali e antiaustriaci.
A Udine il Rosmini riuscì ad organizzare una Società degli amici con lo scopo di diffondere libri di carattere religioso di buona levatura tra gli intellettuali e di pro­muovere la cultura d'ispirazione cristiana tramite conferenze di alto livello.
Questo saggio che si arricchisce di un epistolario inedito, una ventina di lettere, evidenzia la capillare diffusione del rosminianesimo, l'attitudine al dialogo lasciata in queste terre, e soprattutto lo spirito di aggiornamento dei chierici nei riguardi della