Rassegna storica del Risorgimento

Polonia. Europa. Storia politica. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <164>
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Angelo Tamborra
governo nazionale, fornito di pieni poteri in sede tanto politica che militare. In queste condizioni e con tale somma di responsabilità il Czartoryski fu pronto a ricercare, per la rivoluzione polacca, un ampio collegamento europeo. Sin dai primi inizi della rivolta armata; contro il dominio russo, era sta­to ben chiaro nelle coscienze non solo in Polonia ma anche in Francia
che essa aveva messo al riparo la Francia stessa ed il Belgio da un inter­vento armato di Nicola I, a nome della Santa Alleanza. Così, quasi dando conferma a quel mito di origine medievale di una Polonia baluardo della cristianità contro la Russia che verrà riproposta in quegli anni in Occidente, il Czartoryski comincia ad alimentare la fede nell'Europa e nelle Potenze occidentali: esse sole con il loro intervento avrebbero potuto determinare la ricostituzione della Polonia. E a questo convincimento egli rimarrà fedele
come dottrina e azione pratica per un trentennio, sino alla morte nell'esilio di Monfermeil nel luglio del 1861.
Animato da questo convincimento il Czartoryski dà vita ad una vasta azione politica che mira a dirigere tutti gli sforzi della nazione polacca con­tro la Russia (e più tardi contro Prussia e Austria), appoggiandosi alla Fran­cia e all'Inghilterra: la rivoluzione polacca doveva aprirsi ad un più ampio respiro europeo ed il problema della ricostituzione della Polonia in unità e indipendenza doveva raccogliere intorno a sé il concreto appoggio delle cancellerie.
Con tale impostazione di politica estera il principe Czartoryski or­mai capo vero e riconosciuto della nazione fu pronto a inviare a Parigi e a Londra, degli emissari in veste di rappresentanti del governo nazionale; insieme non mancò di pensare a soluzioni dinastiche che avrebbero potuto trovare consensi nell'Europa dei troni, riportando la futura Polonia ricosti­tuita nell'alveo della conservazione europea: far eleggere al trono di Polonia, al posto di Nicola I detronizzato, un principe cadetto della famiglia reale inglese o un arciduca austriaco oppure il principe di Orange-Nassau o, in­fine, persino il duca di Reichstadt, figlio dell'imperatore Napoleone I. Si tratta, in realtà, di progetti o meglio chimere che non avevano alcuna pos­sibilità di attuazione. Al di là di essi, in sostanza, il principe Czartoryski con la sua azione diplomatica si proponeva di richiamare tutte le Potenze firma­tarie dei trattati di Vienna del 1815 alla loro comune responsabilità per la mancata osservanza delle promesse fatte ai Polacchi, sollecitando così im­plicitamente una loro mediazione presso Nicola 1.
Malgrado certo atteggiamento favorevole di lord Palmerston, per l'Inghilterra, o del Talleyrand per la Francia, nessuno dall'Occidente si mosr se anche solo in sede diplomatica a favore dei Polacchi: tutti attendevano che il volgere favorevole degli avvenimenti militari aprisse un qualche spira­glio per una iniziativa. A questa inerzia non fu estranea la tensione deter-