Rassegna storica del Risorgimento
Polonia. Europa. Storia politica. Secolo XIX
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2001
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La rìmhtióue polacca dei 1830-31 ù l'Europa 165
minatasi tra Inghilterra e Francia per la questione belga, mentre da parte austriaca, cioè del Metternich, si prese coscienza di questo ulteriore incremento della potenza russa ai confini dell'Impero asburgico solo troppo tar-j<Ai,: cioè quando le truppe insurrezionali polacche in fotta presero a sconfidiate in Galizia e in Prussia nell'ottobre del 1831.
Ormai era il crollo di tutto. Tuttavia, ancora all'ultimo momento, li principe Czartoryski appena giunto esule in Francia confidò di ottenere ririteryento dei governi inglese e francese perché Nicola I concedesse :SLU meno la ricostituzione di un regno di Polonia autonomo, sulle linee delle disposizioni dei trattati di Vienna. Ma era troppo tardi: come si espresse cinicamente il ministro degli Esteri francese Sebastiani, l'ordine regna a Varsavia eia questione polacca usciva dai calcoli delle cancellerie.1)
In questo quadro generale europeo sarà interessante collocare certo atteggiarsi di coscienza politica, in Francia e in Italia, di fronte alla rivoluzione di Novembre, ai problemi da essa aperti e, soprattutto, di fronte alla tragedia nella nazione polacca che giusto all'indomani del 1831 comincerà ad esprimere dal proprio seno il fenomeno anch'esso di portata europea della grande Emigrazione.
I GUIZOT, ADAM CZARTORYSKI E L'ABATE CHIARINI
Francois Guizot, da poco ministro dell'Istruzione della monarchia organista, e dal 1 agosto 1830 anche ministro dell'Interno, era stato fra i pochi a rivelarsi sensibile alle vicende della Nazione polacca. Questa* -in anni non lontani aveva contato molto sulla Francia di Napoleone per risorgere dalle ceneri delle spartizioni. Adesso, nella primavera del 1830, una nuova crisi nei rapporti fra una Polonia, ancora: :fó:rmàteeSté Regno , e il suo sovrano, l'autocrate Nicola I, destava vaste preoccupazioni europee. Guizot, da storico di razza affermatosi con i suoi corsi alla Sorbona, aveva voluto rendersi conto della portata storica e attuale di avvenimenti che stavano per sfociare in tragedia. A questo fine, pensò di affidarsi a informazioni e giudizi di un italiano, da anni a Varsavia, l'abate Luigi Ludovico Chiarini (1789-1832).
Ecclesiastico toscano di un certo spessore culturale, dopo gli studi al seminario vescovile di Montepulciano dove cominciò a interessarsi di ebraico, passò all'Università di Pisa per poi essere nominato nel 1811 assistente per le lingue classiche alla Scuola Normale. Pochi anni più tardi, grazie alTin-
') Per questi problemi v. M J-JANDHI,SM>N,.: Adm Cartoki, Varsavia, 1948, voi. I,