Rassegna storica del Risorgimento

CADOLINI GIOVANNI
anno <1922>   pagina <46>
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Sìora Casoni
Sandro Gallina, istituto frequentato dai" figli delle più distinte famiglie Cremonesi.
Quando* in seguito alle insurrezioni delle varie Provincie d'Italia, e specialmente di Milano, insorse anche Cremona, quando cioè il 19 Marzo 1849 sventolò sulla Torre Maggiore del Muni­cipio di Cremona la bandiera tricolore, il giovinetto Oadolini che già da qualche tempo nutriva odio per il dominatore, salutò la liberazione della città natale con gli stessi sentimenti di un vec­chio patriota.
Con dolore, vide partire volontario il fratello Pietro che non potè seguire per divieto paterno; avrebbe voluto raggiungerlo a Milano, là, sulle barricate, ma alle sue insistenze quello rispon­deva che difficilmente si arruolavano giovanetti mancanti di età. Avrai tempo soggiungeva per renderti degno di por­tare il nome di Lombardo senza arrossire (1).
La colonna Cremonese comandata da Gaetano Tibaldi verso la fine di Aprile ritornò a Cremona per riorganizzarsi; ed allora il giovinetto Oadolini si ascrisse, contro il volere del padre, tra quei volontari, e il 13 Luglio partì da Cremona; dopo un­dici giorni di faticosa marcia la colonna Tibaldi dava il cam­bio alla colonna Manara che teneva Montesuello. Qui Cadolinì fu per la prima volta soldato; qui attese l'ora della battaglia, ma in seguito alla disfatta dell'esercito piemontese venne l'ora della ritirata.
Rifece così quella strada, tormentato dal pensiero che la Lombardia e la sua Cremona sarebbero ritornate sotto il domi­nio austriaco; il 19 Agosto passava il Ticino e si dirigeva a No­vara ove raggiunto dal fratello andò a Lugano, perchè a Lu­gano stava Giuseppe Mazzini e molti esuli, che, animati da lui, decisero dopo un periodo di protesta, di passare all'azione. Verso la fine di Ottobre i generali Arcioni e D'Apice con bandiera re-publicana presero il comando di una colonna che doveva tentare l'invasione della Lombardia.
A questa si ascrisse Pietro Cadolini, mentre Giovanni fa­ceva parte dell'altra comandata da G. Medici; vani tentativi per i quali il governo Elvetico fu costretto dalle minacce del­l'Austria intimare ai fuorusciti lo sfratto.
(1) Lettera di P; Cadolini a pM Milano 17 maggio 1848. Carte Oadolini