Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
anno
<
2001
>
pagina
<
149
>
Roma e Berlino dopo il 1870 149
una precisa idea. Per metropoli, invece, intendo le grandi città, di per sé importanti, create dalle forze propulsive, collettive e anonime, di una società. Le capitali nascono, nell'ottica idealtipica, dalla volontà centrale, unificante e pianificatrice secondo l'idea del potere; le metropoli invece nascono, per dirla con Hegel, dai bisogni, cioè dal mercato. Nell'ortica realtipica si tratta di norma, ovviamente, di forme miste: Londra e Parigi, ad esempio, riuniscono in sé entrambi le categorie, rispettivamente in rapporto diverso; New York, invece, è solo una metropoli; Barcellona è metropoli con funzioni di capitale regionale; Bonn fu, e Roma lo è in gran parte ancora oggi, soltanto una capitale. Berlino fu, secondo i criteri del mio modello sul quale si può senz'altro discutere I anche come capitale del Reich tedesco, almeno fino al 1933, più una metropoli che una capitale, e le difficoltà che dobbiamo oggi affrontare a Berlino derivano proprio dal fatto che bisogna cucire in fretta l'abito di una capitale pantedesca a questa vecchia metropoli, segnata in modo molteplice dalla sua storia piena di fratture.3)
Secondo Giuseppe Galasso, Roma è stata la Capitale inevitabile per il nuovo Regno d'Italia.4) La scelta doveva cadere inevitabilmente su Roma, perché secondo la convinzione degli esponenti di sinistra come di destra, dei protagonisti risorgimentali sia repubblicani che monarco-costituzionali, la giovane nazione italiana sarebbe stato in grado di trovare il suo centro ed equilibrio, il punto comune e unificante, solo nella presenza bi-millenaria, quasi eterna, di questa città, nella sua aura universale e imperiale. Su quest'idea convergevano addirittura Mazzini e Cavour, per quanto contrari fossero per il resto i loro progetti e obbiettivi a proposito della nuova Italia. Se Mazzini vedeva in Roma il santuario della nazione, senza il quale l'Italia sarebbe stata impossibile, Cavour dal carattere più sobrio si esprimeva quasi con le stesse parole: senza Roma capitale d'Italia, l'Italia non si può costituire.5)
3) Per la presentazione realtipica, in prospettiva storica, delle città capitali nel contesto tedesco, italiano ed europeo rimando in generale a Hauptstadte in europàischen Nationalstaa-ten, a cura di T. SCHJEDER, G. BRUNN, Mùnchen-Wien, 1983; Hauptstadt. Zentren, Residence, Metropolen in der deutscbeti Gesthichte, a cura di B. M. BAUMUNK, G. BRUNN, Kòln, 1989; Le città capitali, a cura di C DE SETA, Roma-Bari, 1985; G. BRUNN, Metropoli! Berlin. Eiiropàische Hauptstadte ini Verghici), in Métropolis Berlin. Berlin als deutscke Hauptstadt im Vergkuh eitropaiscber Hauptstadte 1871-1939, a cura di G. BRUNN, J. REUtECKE, Bonn-Berlin, 1992, pp. 1-38. Posizioni critiche sul discorso delle metropoli Mytbos Metropoli, a cura di G. FUCHS, Frankfurt/M., 1995.
*> G. GALASSO, La capitale inevitabile. In Un secolo da Porta Pia, Napoli, 1970, pp.
5) Vedi in generale P. TREVES, L'idea di Roma e la cultura italiana del secolo XDC, Milano-Napoli, 1962, e F. CHABOD, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, prima