Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <150>
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L'attributo dell' inevitabilità intesa nel senso che in una precisa si­tuazione storica non fu data altra alternativa di sviluppo si può costatare, per essere precisi, anche per la scelta di Berlino come capitale. Si potrebbe addi rittura affermare che valesse per Berlino a fortiori. Berlino divenne capitale del Reich tedesco con una naturalità quasi indiscussa; un dibattito sulla capitale, vivace ed emozionale come in Italia, non si ebbe più in Germania dopo il fallito tentativo, nel 1849, di fare di Francoforte il centro di uno Stato nazionale democratico-costituzionale.6) Berlino però non aveva niente della dignità mitica di Roma, niente della consacrazione di Parigi derivante dalla storia nazionale, poco dell'aura metropolitana di Londra. Berlino fu una città assai grande, la più grande in Germania, un florido centro della scienza, già meno dell'arte, una città industriale dalla dinamica espansiva, una città moderna senz'altro;7) tutti questi fattori potevano favo­rire una candidatura a capitale nazionale, ma evidentemente non ne costi­tuivano come dimostra l'esempio di Roma, dove mancavano completa­mente le condizioni necessarie o addirittura sufficienti. Berlino non rappresentava una grande idea nazionale, Berlino non aveva una valenza simbolica particolare, Berlino era prussiana e prosaica.8) La scelta di Berlino si basò esclusivamente sui fatti della politica di potenza, sul realismo più
edizione 1951, qui utilizzata nella terza edizione Roma-Bari, 1990, pp. 179-323. Inoltre A. M. GHISALBERTI, L'idea di Roma capitale nei Risorgimento, in La fino dei potere temporale e il. ricongiungimento ài Rama all'Italia, Roma, 1972, pp. 65L
9 Vedi W. SlEMANN, Die deutscbe Hatrptstadtproblematik ìm 19. jabrbundert, in Haupt-stadt. Historiscbe Perspéktiven etnei deutscben Themast a cura di H. M. KORNER, K. WEIGAND, Mùnchen, 1995, pp. 249-260.
Sullo sviluppo di Berlino a parure dal 1848 G. RlCHTER, Zwiscben Revolution und rXeichsgrundung (1848-1870), in Gescbicbte Berlins, Miìnchen, 1987, voi. 2; Von der Màrrevo-lution bis ur Gègentvart, a cura di W. RiBBE, pp. 605-687; inoltre L. DEMPS, Von der preuftischen Residenqstadt ur hauptstàdtiscben Metropole, in Berlin. Die Hattptstadt. Vergangen-beit und Zukunfi einer europaiscben Metropole, a cura di W. Suss* R. RYTLEWSKI, Bonn, 1999, pp. 17-51.
Ciò sentiva e argomentava anche un berlinese autentico come Theodor Fontane. Quando lo scrittore vide Milano nel 1875, Berlino non reggeva il confronto diretto con la metropoli lombarda: Oh Berlino, quanto sci lontana dall'essere una vera Capitale del­l'Impero tedesco! Lo sei. diventata di colpo per le condizioni politiche, ma non per propria virtù. E non lo diventerai, sotto questo aspetto, ancora per molto tempo. Forse ti mancano i mezzi, sicuramente lo spirito . Fontane a sua moglie Emilie, lettera del 10 agosto 1875, in E. e T. FONTANE, Die Zuneignng ist etwas Ratseìvalles. Der Ebebriefwccbsel 1873-1898 [T. FONTANE> 'rojh Bratidenhiirger Ansgake, a cura di ;. ERLER, seconda edizione Berlin,, 1998, p- 47. Ma già sei anni dòpo il giudizio di Fontane su Berlino fu tote. ptótlfetìevÈtìt Berlino stessa è cambiata in modo straordinario, ed è diventata ora una città bella e signorile. Fontane a Hermann Wichmann, lettera del 2 giugno 1.881, in Fontana B rie fa in qvei Bandai, Berlin-Weimar, 1989, voi. 2, p. 34.