Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
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2001
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Roma e Ber/ino dopo il 1870 151
grigio e triviale. Alla fine fu Bismarck a scegliere Berlino, e le sue ragioni erano prussiane: Berlino fu capitale e residenza della monarchia prussiana, cioè dello Stato tedesco più grande e militarmente più forte, che sotfQi la leadership politica di Bismarck si era fatto tiranno [Zwingherr] dell'unificazione tedesca per adoperare nel nostro contesto un concetto dai Discorsi alla nazione tedesca di Fichte perseguendo motivi piuttosto dinastico-prussiani che nazionali.9) Il re prussiano, che divenne capo del Reich con il titolo di imperatore, rimaneva un re prussiano. Che potesse abbandonare, come Vittorio Emanuele, la sua consueta residenza dinastica e trasferirsi, con la sua corte, in una capitale neutrale, era. difficile da concepire. Con la costituzione del Reich, le vigenti istituzioni prussiane s'intrecciavano con le funzioni centrali del potere nel nuovo Reich: la corona regale con quella imperiale, l'ufficio del cancelliere con quello del presidente di consiglio dei ministri prussiano, lo stato maggiore prussiano e il ministero prussiano della guerra con l'esercito del Reich, costituito dai contingenti dei singoli Stati. Il Reich, si potrebbe dire, si insediò a Berlino in subaffitto,;1;,,
La comparazione storica tra le due capitali, Roma e Berlino, nate contemporaneamente, evidenzia dunque alcune differenze significative, rintracciabili nelle situazioni strutturali di partenza e nei successivi sviluppi. Roma era stata conquistata, benché più a livello simbolico che militarmente. L'antica potenza avversaria dello Stato nazionale secolare, il Papato universale, era stato confinato in un piccolo territorio residuale. La città, che il pontefice aveva lasciato in eredità all'Italia unita, traboccava di monumenti di tutti i tempi e di testimonianze della passata grandezza; restava però silenziosa, statica e irretita nella sua atemporalità, e solo in misura rudimentale disponeva di quelle istituzioni e di quegli attributi che, secondo le concezioni del tempo, orientate a Parigi e Londra, erano l'essenza e lo standard urbano di una metropoli moderna.11) Creare simili istituzioni di modernità funzionale, questo fu il primo compito che le nuove élites dovevano affrontare. Un'altra sfida, non meno grande, fu quella di creare un palcoscenico per la nuova Roma secolare, per la Tera Roma della nazione italiana, nella città eterna, nel bel mezzo delle eredità monumentali per-
C Illustrativo a questo proposito <S.> BRUNN, Die deutsebe Einigmgsbewegiing uni der Aufstieg Berlin* ur (leniscimi Hanptstadt, in Hanptstà'dte cit., pp. 15-33.
w> M. STORMER, Der Glan Ber/iris isf vort Bonn finanspert wordèn, in Bonn - Sinnbìld deutseher Demografie. Zar Debatte um Hauptstad/ nnd Kegierungssits a cura di A. KUMMEL, Bonn, 1990. pp. 41-59, qui p. 53.
il) Oltre a F. BARTOCCtNI, Roma nell'Ottocento cit., passim* La firn del potere temporale cifc e, di recenre, V. VlDOttr Roma alla i/igilìa del 1870, in Clio, a. 32 (1996), pp. 599-631.