Rassegna storica del Risorgimento

Polonia. Europa. Storia politica. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <166>
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potenze centrali che, nel 1879, avevano creato la Duplice Alleanza. Tre ne erano i motivi principali: l. ùVItalia si era inimicata con la Francia a causa della Tunisia; 2. e con l'Austria-Ungheria a causa delle terre irredente. Di fronte a questa situazione, già j*era pensato di rompere l'isolamento diplo­matico mediante un'alleanza. Quando, infine, anche il Papa questo è il terzo motivo nell'estate del 1881 dà segni di voler richiedere per sé lo Stato pontificio, all'interno della classe politica si temette che Bismarck potesse porre fine al Kulturkampf tedesco a spese dell'Italia, riconse­gnando ad esempio al Papa, mediante un congresso internazionale, Roma o alcune parti di Roma. Cito questo solamente perché le trattative trilaterali, dell'inverno 1881-1882, riguardavano essenzialmente la questione quale do­vesse essere il contenuto del trattato. Gli italiani chiedevano una garanzia territoriale che non ottennero perché gli austriaci non volevano distruggere definitivamente le speranze papali di veder ricostituito il Patriwomum Petti. L'effettivo contenuto della Triplice un patto di neutralità e di sostegno venne poi proposto da Bismarck; in questo forma il trattato, di durata quinquennale, venne ratificato nel maggio 1882. Il contenuto del trattato era più casuale di quanto si possa pensare. In fondo, in esso si esprimeva la volontà alla cooperazione politica, e per questo motivo la discussione, diffusa anche tra gli studiosi della storia diplomatica circa chi avrebbe tratto maggiori vantaggi dalle clausole del trattato e a quali condizioni è di importanza relativa. Anche il mio studio discute meno il contenuto, ma si concentra piuttosto sul mero fatto della cooperazione politica; e ciò tanto più perché sia il contenuto che l'esistenza dell'alleanza avrebbero dovuto rimanere segreti. Solo nel marzo 1883, il ministro degli esteri italiano, Mancini, rivelò il segreto per quanto riguarda l'esistenza; il contenuto fu pubbli­cato parzialmente nel 1915 e per intero solo dopo la prima guerra mondiale. I primi anni della Triplice restano completamente all'ombra della poli­tica bismarckiana delle alleanze. Di fronte all'alleanza tedesco-austriaco-russa dei tre imperatori, la Triplice, con l'Italia, era di secondaria importanza per Vienna e Berlino; secondo la Frankfurter Zeitung dell'aprile 1883, l'Italia era un uditore oppure secondo l'espressione pungente del nunzio apostolico a Vienna, Serafino Vannutelli, un'umile ancella dei poteri della Duplice. Le aspirazioni italiane ad una posizione paritaria furono respinte. E non solo per quanto riguardava alcune questioni di merito, dove i desideri italiani (come ad esempio nella questione delle colonie nell'Africa settentrio­nale) davano forse fastidio, ma anche per ciò che concerneva il livello puramente formale: quando Bismarck s'incontrò con il ministro degli esteri austriaci Kalnoky, o Guglielmo I con Francesco Giuseppe, non si ritenne necessario invitare anche i colleghi italiani, benché questi lo desiderassero con ansia. Un altro filone delia prima parte è quello della politica italiana