Rassegna storica del Risorgimento
Polonia. Europa. Storia politica. Secolo XIX
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2001
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distensione con la Francia, erano stati formulati tenendo conto delle condizioni del trattato della Triplice. Tuttavia, questi accordi erano tagliati troppo su misura; ben presto Roma non riuscì più ad accontentare né i Francesi, né i Tedeschi, e poteva solo sperare di non venir costretta, da una delle due parti, a prendere una posizione chiara. E invece questa situazione tu risparmiata agli Italiani. Durante la conferenza del 1906 a Algeciras, la diplomazia tedesca cercò di bloccare i tentativi francesi di penetrazione nel Marocco* intenzione fu tuttavia giudicata negativamente a livello intemazionale; il clima era contro i Tedeschi, benché formalmente avessero il diritto dalla loro. Berlino chiese in un primo momento cieca ubbidienza ai suoi alleati: l'Austria-Ungheria e l'Italia, per riportare la vittoria; poi le aspettative si ridussero, e si cercò semplicemente di evitare una sconfitta diplomatica. La conferenza rese palese l'isolamento tedesco; inglesi, francesi e russi rimanevano uniti. La rabbia dei tedeschi per la sconfitta cercava un capro espiatorio, e lo: trovò nei voti espressi dal rappresentante italiano Visconti Venosta; questi aveva tentato di mediare lealmente e con successo, approvando però con i francesi e gli inglesi, contro i tedeschi e gli austriaci, un emendamento sull'ordine di giorno, da lui stesso presentato. La stampa francese colse questo fatto, trasformando una semplice formalità in una presa di posizione in merito.
La rabbia della Germania per questo tradimento dell'Italia fu tale che nel 1906 fu l'unica nazione a non mandare aiuti a Napoli per la catastrofe causata dall'eruzione del Vesuvio, e ancora tale fu la rabbia che Berlino considerò seriamente di annullare la Triplice. Non si arrivò a tanto per buoni motivi: le analisi tedesche interne attribuivamo alla Triplice un valore assai alto per la conservazione della pace in Europa. Tuttavia i rappòrti italo-tedeschi si raffreddarono di molto nei due anni a venire. Al contempo, d'altra parte, miglioravano di nuovo i rapporti austro-italiani che all'inizio del nuovo secolo avevano raggiunto livelli catastroficamente bassi. L'Europa parlava, come disse il conte Nigra, degli alliés, mais pas amis. Causa ne fu il governo italiano che nell'era Zanardelli (1901-1903) ritornò all'improvviso a mostrare simpatie per l'irredentismo, e che puntò, nelle questioni balcaniche, sulla cooperaztone con la Russia; ciò provocò un'esplosione di ostilità che fini presto, nei 1903, con il ministero Giolitti, Questi, uno dei più importanti politici nella recente storia italiana, puntava sulla buona cooperazione con le potenze della Triplice, sopprimendo senza riguardo ogni manifestazione di irredentismo; egli considerò gli irredentisti semplici sbraitoni immaturi, scolari che non sapevano neanche coniugare i verbi irregolari e dai quali la politica estera non avrebbe dovuto farsi condizionare. Anche sul piano della politica interna l'Italia riprese, dopo l'intermezzo di