Rassegna storica del Risorgimento
Polonia. Europa. Storia politica. Secolo XIX
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2001
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171
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La Triplice Alleanza 171
Zanardelli, una direzione conforme all'alleanza, e ne trassero assai profitto i rapporti austro-italiani.
La riduzione della pressione esterna sui tre alleati portò, nel complessò, a un estfaniamento reciproco e, al contempo, si crearono nuove costellazioni in Europa, sfavorevoli alla Triplice. Affiorarono potenziali tensioni tra la Germania e l'Italia a causa della politica tedesca anti-inglese; tra l'Italia e l'Austria a causa di molteplici antagonismi sui Balcani, dei contrasti politico-economici e militari, ma anche a proposito della questione austro-itatìama; tra la Germania e l'Austria a proposito della preoccupante evoluzione interna dell'Impero austro-ungarico che faceva temere al governo di Berlino di essersi legato a un cadavere e di restare senza difese nel caso in cui la monarchia fosse crollata. Da ciò l'interessante proposta, fatta da Bùlow nel 1905, ma non realizzata, di mettere l'Austria-Ungheria sotto protezione intemazionale e di firmare una dichiarazione di disinteressamento con la Russia; l'Austria sarebbe diventata, in questo caso, il socio minore neutralizzato all'interno di una rinnovata alleanza dei tre imperatori. Questo progetto non si realizzò, proprio perché i Russi non riuscivano a coniugare i loro? impegni verso la Francia con un accordo tedesco.
IV. La crisi bosniaca marcò la fine di questo periodo. Essa costituì una svolta importante per tutta la politica europea come per la Triplice; sotto il titolo II ruolo della Trìplice nella gestione europea della crisi (1908-1'91'4), essa occupa anche la quarta e ultima parte del libro. Il ministro degli esteri austro-ungarico Aehrenthal aveva buone ragioni per l'annessione; e di fronte all'azione austriaca, che violava il trattato di Berlino del 1878 in ogni caso, anche la sua condotta cioè il tentativo di raggirare i partner, tra cui II ministro degli esteri russo Izvolskij, ma anche il collega italiano Tittoni, secondo i dettami della diplomazia settecentesca fu probabilmente ancora la migliore tra le molte cattive soluzioni. La crisi provocò però soprattutto l'amarezza della Russia, umiliata e militarmente impotente, che promosse un imponente programma di riarmo per evitare nel futuro simili mortificazioni. L'azione austriaca portò, tuttavia, anche a un profondo raffreddamento dei rapporti tra l'Austria e l'Italia; Roma si sentiva ingannata da Vienna. Succedette quel che doveva succedere, nel 1909, nel corso di una visita dello zar a Racconigi, la Russia e l'Italia si riconciliarono; in seguito Aehrenthal avrebbe fatto agli Italiani vaste concessioni, promettendo compensazioni nel caso di ulteriori acquisizioni territoriali sui Balcani.
Dalla seconda crisi marocchina del 1911 che non fu una questione della Triplice, ma un'azione solitaria della Germania nacque la guerra italiana contro la Turchia. Di fronte al fatto, che i francesi si erano definitivamente assicurati il Marocco, Gioì itti, ne il suo ministro degli esteri San Giuliano volevano prendere possesso della Libia un'azione preparata a