Rassegna storica del Risorgimento

Polonia. Europa. Storia politica. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <172>
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livello diplomatico da decenni in modo eccellente, e ancorata anche nella Triplice per diversi motivi di politica interna ed estera. Per Vienna e Berlino questa situazione era estremamente ingrata già per il solo fatto di dover scegliere tra l'Italia alleata e la Turchia amica. Al contempo i Russi lavoravano per un'alleanza degli Stati balcanici contro l'Austria, un'alleanza che nell'ottobre del 1912 si sarebbe invece rivolta, con disappunto anche da parte di S. Pietroburgo, contro la Turchia. In questo periodo estremamente movimentato cadde, nel dicembre del 1912, il quinto e ultimo rinnovo della Triplice. Esso è importante perché i tre governi fecero stendere dei memo­randum sul valore della Triplice. Le conclusioni furono notevoli: i governi di Berlino, Roma e Vienna riconobbero nella Triplice uno strumento effica­ce e provato per la conservazione della pace in Europa, rna al contempo dubitarono del valore dell'alleanza perché lo scoppio di una guerra sarebbe stato impossibile a causa dell'imponderabile efficacia distruttiva, e dello spi­rito del tempo che andava nella direzione opposta! Inoltre l'alleanza avrebbe avuto il difetto di non sostenere i rispettivi interessi particolari dei partner.
Questo giudizio è tanto più notevole perché le guerre balcaniche rove­sciarono lo status quo e annunciarono un'era di forti tensioni tra l'Austria e la Russia sul riordino dei Balcani. Durante la conferenza di Londra del 1912, la Triplice rimase in generale unita; tuttavia, la diplomazia austriaca si sentì tradita diverse volte dai suoi alleati. Dopo le guerre balcaniche e per i timori del governo austriaco, immensamente cresciuti, di venire sopraffatto dai nazionalismi balcanici, si arrivò alla crisi del luglio 1914, la. cui descri­zione chiude d Jriió studio. Esso comprende ancora altri capitoli che consi­derano abbastanza bilanciato l'equilibrio militare in Europa tra il 1911 e 1914; esso effettua inoltre un'analisi del peso reale, politicamente limitato, dei piani militari aggressivi da parte dei tre stati maggiori, senza voler sminuire con ciò il problema strutturale delle progettazioni militari prima del 1914. Vengono poi trattati la questione albanese e un piano di divisione della Turchia, non messo in atto per lo scoppio della guerra nel 1914, il dibattito intorno ai decreti di Hohenlohe del 1913 che intorpidirono i rapporti austro-italiani dopo una fase di estrema serenità, e che costituirono un punto di partenza sfavorevole per le trattative, iniziate nell'agosto del 1914, sulla neutralità italiana. L'epilogo parla proprio di queste trattative, cioè del cammino dell'Italia versò.ìa disdetta della Triplice, avvenuta il 3 maggio 1915, e l'entrata in guerra nel 24 maggio 1915; processi complessi la cui esposizione esauriente richiederebbe un altro libro,
V. Ora, dopo questo panorama generale, ci si può chiedere, come co­niugare l'insistenza sulle crisi internazionali e dello scoppio di una guerra mondiale da una parte e il mettere in rilievo, al contempo, i fattori di stabilità del sistema internazionale. La Triplice non fu, questa è una delle