Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
anno
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2001
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pagina
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Cittadini o amministrati
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che sembrano avvicinare maggiormente a un universo popolare: è il caso, in particolare, delle suppliche, ricorsi, petizioni, indirizzi, che costituiscono mezzi di comunicazione fra centri e periferie, fra sovrani e sudditi.8) Ma va, naturalmente, ricordato che anche in questo caso ci troviamo di fronte a forme di mediazione una mediazione che è comunque sempre inevitabile nelle fonti storiche , che presentano gli stessi problemi interpretativi che sono stati lungamente affrontati a proposito dei francesi cabìers de doléances redatti in occasione della convocazione degli Stati generali, particolarmente, ma non solo, quelli del 1789.
Rispetto a questi tentativi, la scelta di Klinkhammer rinvia piuttosto nuovamente alla più consueta prospettiva dall'alto, quella, cioè, offerta dalle fonti giudiziarie e di polizia, ben consapevole delle molteplici insidie che esse presentano. I territori prescelti per studiare le modalità di reazione delle popolazioni alla spinta modernizzatrice francese sono la Renania, i Paesi Bassi già austriaci, il Piemonte, lo Stato della Chiesa (per il caso di Bologna), tutti territori dipartimentalizzati per un lungo arco di tempo: e va segnalata l'importanza di questa visione comparativa, troppo spesso trascurata in una storiografia sulla rivoluzione che tende a privilegiare dei confini locali o nazionali.9) I primi risultati offerti sollevano già alcuni interrogativi e elementi di raffronto degni di rilievo.
Per quanto riguarda la Renania, questa viene segnalata come la regione più tranquilla fra quelle assunte ad oggetto d'indagine, rispetto all'Italia e al Belgio: meno disertori, meno briganti, una borghesia soddisfatta della politica economica napoleonica. La spiegazione avanzata da Helmut Gabel, secondo il quale la mancanza di resistenze antifrancesi andrebbe attribuita all'esistenza di altri meccanismi, particolarmente giudiziari, per la risoluzione del conflitto sociale, rinvia a pratiche già ampiamente sperimentate in antico regime e felicemente attuate fra Sei e Settecento, ma che non avevano potuto impedire la grande esplosione di fine secolo. Così anche nel Regno di Napoli gli ultimi decenni del Settecento avevano conosciuto un'accentuata conflittualità giudiziaria intorno ai feudi e ai demani, con un notevole
*> Rinvio in proposito a C. D'ELIA, Supplicanti e vandali. Testi*scrìtti, testi non scrìtti, Usti scrìtti dagli storici, in Quaderni storici, a. XXXI (1996), pp. 247-485 e alla sua rassegna bibliografica. U genere supplica si intreccia e si sovrappone al genere della lettera, cui pure -si é fatto ricorso per attingere l'universo popolare ima per- le società ormai più largamente alfabetizzate dei secoli XIX-XX dal celebre L. SPÌTZKR, Lettere di prigionieri di guerra italiani (1915-1918), Bonn, 1921, trad, il:. Torino, 1976, al recente A. MOJJNARi, Le bitter* al padrone* Lavoro e culture operaie all'Ansaldo nel primo Novecento, Milano, 2000.
9) Si veda ancora M. AYMARD, Tempi e spat*ét p. 14.