Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
anno
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2001
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pagina
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205
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NOBILI, RISORGIMENTO E FORMAZIONE DISCORSIVA NAZIONAL-PATRIOTTICA
I. In un passo cruciale del suo saggio Kroll sostiene che i patrizi liberali si "ritrovarono" [...] nello Stato nazionale contro le proprie convinzioni, e per il semplice motivo della conservazione del potere. Dal loro punto di vista la nascita dello Stato nazionale del 1861 fu solo un effetto collaterale, non previsto, della loro resistenza al moderno stato amministrativo del primo Ottocento. I nobili toscani, secondo l'autore, non c'entravano nulla con la retorica della nazione: erano cinici, calcolatori, dissimulatori, opportunisti, pronti a cogliere l'occasione migliore che consentisse loro di restare in posizione di leadership, qualunque fosse il contesto. Che [...] i padri nobili del risorgimento toscano non fossero seguaci della "nazione del Risorgimento", è stato dimenticato velocemente dopo il 1861 , quando anche i nobili toscani furono inglobati nei pantheon e nella memoria del Risorgimento eroico.
È ben possibile che le cose stiano in una certa misura così. Non c'è dubbio, per esempio, che una parte significativa dei moderati toscani (certo non tutti, e in blocco) continuasse a preferire, ancora nel maggio-giugno 1859, una soluzione che preservasse, in una forma o in un'altra, l'autonomia della Toscana: dove per autonomia si deve intendere la conservazione di uno spazio istituzionale che consentisse loro di esercitare una rinnovata funzione di leadership politica e sociale.
Il fatto è, però, che a sentirli parlare, tanto nel 1848 che nel 1859-60, i nobili liberali sembrano molto più ambivalenti di come li vuole Kroll; nel 1848 gli accenti enfaticamente favorevoli al Risorgimento della nazione italiana riempiono i loro discorsi; nel 1859 sono loro che, man mano che la situazione sembra volgere verso una soluzione unitaria, decidono di parlare il linguaggio della nazione, e sebbene, a stare all'i interpretazione di Kroll, lo tacciano per intimo opportunismo, sono loro stessi che, in definitiva, si propongono come credibili interpreti della rctorica nazional-patriottica. Se è così, si dovrebbe dire che non si deve aspettare la costruzione ex-post di