Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <206>
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Alberto Mario Battìi
una mitografia risorgimentale perché si possano includere di diritto questi nobili liberali nel quadro della rivoluzione nazionale; e, insieme, si dovrebbe anche riconoscere che in particolari contesti - esistono delle formazioni discorsive così potenti, così penetranti, così retoricamente efficaci, da im­porsi anche a chi avrebbe voluto non parlarne il lessico, non utilizzarne i simboli, non accettarne i valori.
U. E fondata una simile osservazione critica all'impostazione di Kroll? L'eco della voce dei protagonisti può aiutarci a rispondere a questo :ihtèrro-gativo. Trasferiamoci, allora, a Firenze, il 28 marzo 1848, quando il Munici­pio fiorentino decide di celebrare le Cinque Giornate di Milano con la collocazione dello stemma della città lombarda nella Loggia dell'Orcagna. Il testo del' messàggio indirizzato alle autorità milanesi, siglato da "Vincenzo SalvagnoH, Luigi Sabatelli e Vincenzo Rìcasoli, dice:
Firenze fu l'ultima città italiana che dopo lungo assedio strenuamente soste­nuto soccombesse per tradimento all'esercito austriaco, il quale tolse all'Italia l'indi­pendenza. E Firenze doveva essere la prima a onorare Milano che, scacciando l'esercito austriaco, faceva dopo tre secoli le comuni vendette e incominciava la grande impresa della indipendenza nazionale.
Noi a nome suo vi presentiamo il decreto del suo municipio pel quale lo stemma della eroica Milano avrà un posto d'onore nella Loggia dell'Orcagna con una iscrizione che ricordi la gloriosa scacciata dello straniero; e pel quale voi illustrerete la cittadinanza fiorentina facendone parte. Voi avete acquistato questo diritto col merito dell'opera vostra, la quale dirigendo il valore milanese nella gran lotta, provvide a Italia tutta. Questa lotta cominciò la conquista della indipendenza: ora per compirla e assicurarla non basta l'aver cacciato al di là delle Alpi gli austriaci. I nostri concittadini e osiamo dire tutti i veti italiani desiderano ardentemente che sia formato lungo le Alpi un altro baluardo più solido, contrapponendo per sempre agli austriaci un grande e fortissimo Stato, il quale divenga il vero custode della indipendenza e della libertà d'Italia. Sì grande impresa deve essere principalmente opera e gloria de* valorosi italiani abitatori della valle del Po. E noi auguriamo a Milano, che, come dette l'esempio di scacciare i barbari, così dia l'esempio del ricostruire la nazionalità dell'Italia, iniziando la fondazione di un reggimento politi­co che la faccia perpetuamente forte contro tutti gli stranieri.
Viva Milano! Viva il Governo provvisorio! Viva l'indipendenza d'Italia! .n
Toni còsi accesi animano, in questo stesso periodo, gli articoli di fón­do de La Patria, il giornale che esprime le posizioni dei moderati toscani. Tra i molti possibili esempi, ne Scélgo uno vergato dalla penna di Raffaello Lambruschìni, datato Firenze, 6 aprile 1848:
ti Stemma di Milano mila "Loggia dWOrcagna. Delikrataone del Minti ci pio fiorentino, fa Le assemblee del Risorgimento. Tarawfort Roma, 1911, p. 18.