Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
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2001
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208
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Alberto Mario Banfi
Solenne è per noi tura questo giorno; più solenne lo rende il pensare che appunto ora si compiono nelle pianure di Lombardia i grandi destini d'Italia, che Idetiojil diritto dei Popoli e la virtù degl'Italiani faranno èsser felici. [...]
Gloria e riconoscenza a chi difende nei campi di battaglia le neutre Bandiere tregiate dei tre colori che simboleggiano l'unione degli Stati italiani: gloria e riconoscenza a chi rimanendo saprà bene adempiere al dovere non meno saero, non meno grande, non meno patriottico di tutelare la terra natale, e ogni cosa più cara a noi ed ai nostri fratelli lontani [...
Gloriamoci tutti di appartenere alla gran Famiglia italiana, nel nome della Religione e dei suoi Principi rigenerata, e giurando di voler tutti contribuire al suo bene, si stampi eterna nei nostri cuori e nei fasti della Toscana la ricordanza di questo faustissimo giorno.
Onore alle armi cittadine! Viva l'Indipendenza d'Italia! .3)
Accenti così vibranti si continuano ad ascoltare ancora nei mesi cruciali che vanno dal maggio del 1859 al marzo 1860. Alla fine di maggio Rica-soli, allora già ministro dell'Interno del Govèrno provvisorio toscano, continua a manifestare robuste resistenze all'idea di una pura e semplice annessione della Toscana al Piemonte, e cosi le. espone a Neri Corsini, inviato in Piemonte come rappresentante toscano:
D'un'Italia forte ha necessità l'Imperatore, la Francia, l'Europa. L'idea italiana ha fatto in Toscana cospicui progressi fino a pochi giorni sono; e la concordia e la quiete interna erano assicurate mercé il prestigio di quell'idea che procede in modo da crescere ogni giomtìi speranza di vederla un fatto compiuto. Il malaugurato pensiero di affrettare violentemente la fusione al Piemonte ha in questi giorni sturbato quel tranquillo e naturale moto degli animi toscani, al quale si prestava stupendamente la condizione, da ogni partito accettata, che non si. dovesse parlare di riordinamento politico della Toscana finché non fossero decise le sorti d'Italia; il che significava che la Toscana, prima di stabilire i suoi destini, voleva conoscere quelli d'Italia per confondere con quelli i- suoi, lo assistevo a questo processo con tutto l'animo, e gli davo aiuto con ogni mio potere, perché la sola idea, il solo pensiero, la sola utilità cui dobbiamo mirare si è che tanto sangue e tanti sacrifizi sieno gli ultimi che sono fatti dal popolo italiano.
Da ciò risulta che l'Italia futura, lungi dal trovare intoppo in Toscana, vi avrebbe trovato grande aiuro e una concordia intéra. E grande aiuto trova oggi qualunque idea che miri a quell'intento. Non cosi' la parola d'ordine: "fusione col Piemonte". Il Piemonte non è oggi altrimenti un'Mea; oggi è un municipalismo ben più stretto che quello che si rimprovera ai Toscani, e quindi fa riviveste- quello to* scano non spento ancora; e i Toscani lo posson meglio giustificare dei Piemontesi,
(...] Io, non voglio nasconderlo ad alcuno, che aspico siccome ho sempre aspirato all'Italia forte, e force non la vedo che nell'unità; chieggo che si corregga il
* if'Firewto, 9 aprile 1K48. Benedicane di-Ile Bandiere della Guardia Civica, in La Patria. Giornale quotidiano politico e letterario. Supplemento al numero 215.