Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <209>
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Nobili e formazione discorsiva 209
mal fatto qua, dall'inconsiderato procedere della gente di codia, e si cessi,* senza esitare, la polemica di codesti giornali sui conto della Toscana, e invece'Scabbia im solo pensiero che dev'essere quello dell'Italia forte, non fatta con cattive rivoluzioni che nulla stabiliscono, ma col ridurre in quell'unico pensiero l'animo di tatti gl'Italiani. [...]
Se tu ami davvero i nostri futuri destini, non come toscani solamente, ma come italiani; se tieni che il tempo di rivoluzione cessi, procura che rispetto alla Toscana si cessidi molestarla con la violenta fusione materiale; invece si alimenti quella di consenso che ha fatto fin qui sì rapidi progressi, e che le vittorie compiran­no, ed in allora non sarà la fusione toscana una fusione col Piemonte, ma nell'Italia con Re Vittorio Emanuele; scopo cui dee mirare chiunque abbia senno.
P.S. - Io non posso abbastanza deplorare che mentre comincia la bella serie di vittorie di Re Vittorio Emanuele, mentre tanto sangue si va spargendo, vi possano ancora essere ciarloni che vogliono disturbare lo svolgimento del pensiero italiano che in Toscana è più forte e più generoso che altrove. Che non debba conoscere ch'egli è nell'unità del consenso che si stabilisce l'avvenire d'Italia, e non in violente fusioni che adducono tosto gravi danni materiali, capaci di disturbare il meglio avviato consenso; non vedere che la fusione s'incamminava opportunamen­te, se si mantenevano le promesse fattemi nel 28 di aprile. Insomma fa' cessare la polemica dei giornali; fa' che depongano ogni timore sulla Toscana; pensino sì alla nostra armata; mandino un paio di mille uomini per guarnigione; lavorino invece su Napoli, lavorino sulle Legazioni, che quanto alla Toscana,, se riceveranno i nostri suggerimenti, non fallirà mai all'Italia.4
Altri autorevoli membri del moderatismo toscano manifestano un te­nace attaccamento al progetto di una larga autonomia toscana o della formazione di un Regno dell'Italia centrale, senza tuttavia mai spingersi ad opporsi con decisione all'ipotesi dell'inclusione della Toscana nella cornice di uno stato unitario.5) Quest'ultima soluzione è poi pubblicamente celebrata nella seduta dell'Assemblea toscana del 20 agosto 1859, nella quale viene discussa.e votata una mozione presentata il precedente 16 agosto, che recita:
Coerentemente alle considerazioni e dichiarazioni espresse nella risoluzione dell'Assemblea del dì 16 agosto CotfeMèy tofcno alla dinastia austro-loreriek dovendo l'Assemblea medesima provvedere-'alle sorti future del paese secondo 1 bisogni della nazionalità italiana, dichiara essere fermo voto della Toscana di far parte di un forte Regno costituzionale sotto lo scettro del Re Vittorio Emanuele.
Let/cm di Bettino Ricaso li a Ned Corsini, Casa/e; datata Firen, 31 maggio 1859r in CarJegff ài Bemno Ricaso/i, Villi >7 aprile 1859 - 31 luglio 1859, a cura dì M. NOBILI e S. GAMEBANI, Roma, 1.956, p,p, 137139.
5) Vedi .le lettere di Lambruschini (in questa fase il più tenace assertore dell'autonomia toscana), cosi come le lettere di Bianchi, Ridolfi, Pcruzzi, Galeotti o Salvagnolì, ivi oppure in R. ClAMPINI, / Toscani del '59. Carteggi inediti di Cosimo Ridolfi, Vhaldino Pernii, Leopoldo Galeotti, Vincenzo Salvagli oli, Giuseppe Massari, Camillo Cavour, Roma, 19S9.r