Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <219>
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Una rilettemi storiografica 219
alla evoluzione degli equilibri sociali ed istituzionali nel loro sviluppa stoc­co, come quello siciliano. Il secondo momento è rappresentato dagli statuti concessi ilei primissimi mesi dei 1848, secondo un processo che percorre a scacchiera tutta la penisola, come è ben illustrato nello stadio di Pòttgen. SÌ passa poi ai momento democratico , nei parlamenti e nelle Costituenti del 1848-'49, per arrivare ad un quarto passaggio, il ritorno allò'' 'statuto, realizzatosi solo nel regno di Sardegna, col proclama di Moncalieri. Tutti questi momenti si innestano in un processo costituente a livello europeo, veicolato da una rete di contatti (non solo di mobilitazione politica, ma anche di elaborazione costituzionale) che attende ancora, una conveniente messa a tema (e che comunque Pottgen convenientemente' evoca eon il riferimento ad esempio al caso danese).
Oltre a rappresentare uno schema di ricerca, questo impianto di com­parazione verticale ed orizzontale, a proposito in particolare del cru­ciale processo costituzionale dei quattro statuti, comporta due ulteriori sottolineature. Innanzi tutto quella di una evidente pluralità di esperienze interitaliane, una tessitura fatta di fili molteplici che poi attraverseranno tutto il primo momento unitario; è ormai giunto il momento di considerarle in quanto tali, superando vecchie preclusioni o nuove enfatizzazioni. In secondo luogo, è da ricordare che questo pluralismo (modulato sulla capaci­tà di mimesi, cioè di riproduzione con: varianti di un medesimo riferimento) richiama la necessità di ricostruire una rete di connessioni e di identificare i più significativi nodi, luoghi di coordinamento. Si potrebbe ad esempio cominciare a verificare come le relazioni interitaliane si modulano in un quadro più ampio di quello che esse stesse evidenziano. Tradizionalmente, infatti, e ancora nel '48, le relazioni interitaliane sono mediate da autorevoli attori estendi (o che tendono più o meno strumentalmente a collocarsi altrove in senso geo-politico), come il Papa o le grandi potenze, sovente in concerto. In questo senso il quarantotto (si pensi esemplarmente alla questione del Papato) rappresenta un segno di continuità e di svolta dalle conseguenze non prevedibili, che merita di essere ulteriormente oggetto di riflessione.
Il grande tema della comparazione, dunque, spinge ad interrogarsi proprio per superare un acritico e schematico riferimento ai modelli se esista una peculiarità italiana al di là della deprecazione dell'arretra­tezza. E delinea una possibile pista di risposta che non può che passare dalla considerazione del rispecchiamento nel quadro europeo, che a sua volta comporta la necessità di riconsiderare il tema delle relazioni interitalia­ne. Può essere una delle strade possibili per ulteriori' sviluppi di ricerca, che superino le impostazioni tradizionali ed i nuovi, sempre più ricorrenti, ma sostanzialmente sterili, sbuffi revisionistici.