Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <224>
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Giovanni Orsina
aggiunge poi un quarto, quello che contrappone sfera pubblica e sfera pri­vata: binomio dal quale l'intero saggio è attraversato, e intorno al quale sono costruite le considerazioni conclusive, secondo le quali la Chiesa, con­centrandosi appunto sulla dimensione privata, avrebbe almeno in parte sanato la frattura con lo stato.
Sulla base di una concezione dicotomica dell'identità, Borutta porta poi queste coppie concettuali a sovrapporsi l'una sull'altra, costruendo l'imma­gine di una grande contrapposizione fra il progetto europeo della moderni­tà da un iato, e un controprogetto culturale opposto alla modernità dal­l'altro:
Nel Kulturkampf europeo della seconda metà del secolo XTX si giunse allo scontro tra questi due mondi. In tale contesto non si scontrarono solo Stato e Chiesa, ma anche ideologie politiche (liberalismo contro ultramontanismo), correnti intellettuali (materialismo, darwinismo, positivismo e modernismo contro neoguelfì-smo, neoscolastica, neotomismo), sistemi culturali (nazione e scienza contro religio­ne), classi (borghesia contro contadini), determinati spazi (città contro campagna) e confessioni (protestantesimo contro cattolicesimo) .
Ora, di tutto il saggio è proprio questo ampio e ambizioso schema bi­partito l'elemento che più ci lascia perplessi. Da un lato, infatti, come si è già accennato, non vi è alcun dubbio che un progetto europeo della modernità sia esistito, e che l'anticlericalismo ne abbia fatto pienamente parte. E siamo anche convinti che immaginare una contrapposizione così chiara fra due modelli possa avere un considerevole valore euristico, che la contrapposizione, insomma, possa avere una sua utilità idealtipica. D'altra parte, ci sembra pure che gli itinerari percorsi dai soggetti storici, concreti o concettuali, dei quali stiamo discorrendo anticlericalismo, cattolicesimo, borghesia, mascolinità, nazione, normalità, razionalità, eccetera ; siano tali da generare una rete quanto mai fitta e intricata, che è possibile soltanto fino ad un certo punto semplificare in una dicotomia.
Lo stesso Borutta, del resto, constata in una nota come i rapporti fra il cattolicesimo e l'idea di nazione non possano essere riportati se non, appunto, sul piano ideajtipico ad una contrapposizione rigida. Questa sua considerazione può essere estesa a parecchie altre delle argomentazioni illustrate nel saggio. Connotare in senso borghese il progetto della mo­dernità anticléricale per prendere un solo esempio solleva almeno due ordini di questioni: il primo relativo rapporti tutt'altro che univoci che la borghesia italiana ha avuto con la religione cattolica; il secondo all'influenza non proprio irrilevante che l'anticlericalismo ha avuto sulle culture delle classi popolari .e sul socialismo. Probabilmente ma non avendo alcuna,