Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia amministrativa. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <226>
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Giovanni Orsina
dall'interno del quale individui e gruppi ricorrendo se del caso anche concetti o percorsi ideologici non necessariamente o logicamente connessi con il discorso anticlericale si costruivano poi, ciascuno di essi, la strate­gia che pareva loro più utile e appropriata.
IL La natura variegata dell'anticlericalismo emerge con particolare chia­rezza là dove lo si analizzi non tanto o non solo nelle sue valenze Culturali, ma soprattutto nel suo significato politico, SJ' meglio ancora, rispetto all'uso politico che ne è stato fatto all'interno della sfera pubblica dell'Italia liberale. La storiografia italiana fatte salve alcune eccezioni, ad esempio Enrico Decleva e, di recente, Andrea Ciampani non ha dedicato particolare attenzione all'anticlericalismo -visto come strumento della lotta politica: come risorsa ideologica, insomma, alla quale i soggetti individuali o collettivi impegnati nello scontro per il potere sceglievano di ricorrere, o di non ricorrere, a seconda delle circostanze e opportunità del momento. Eppure, considerata la conformazione dello spazio pubblico italiano, e quanto quella conformazione fosse condizionata dalla questione cattolica, la prospettiva appare di un certo interesse. Abbiamo cercato di svilupparla, sia pure in via sperimentale e in buona misura ipotetica, nell'ampia introduzione a un volume sul radicalismo romano dell'età giolittiana che è ora in via di pub­blicazione.
Non vi è alcun dubbio che l'impatto politico delle tematiche anticléri­cali sia stato in larga misura determinato da questioni strettamente culturali ed ideologiche. Le parole d'ordine dell'anticlericalismo, insomma, incontra­vano il sincero favore di larga parte della classe politica italiana anche se i livelli di convinzione e di estremismo rimanevano molto differenti da un individuo, o da un gruppo, all'altro. In seno all'Estrema sinistra, poi almeno fino agli anni Novanta dell'Ottocento l'anticlericalismo ha rappresentato uno snodo programmatico e ideologico fondamentale ricompreso per altro all'interno di un progetto politico modernista che, almeno nelle sue forme più radicali, coincideva con l'idealtipo descritto da Borutta. Tuttavia, UH esame pure sommario della maniera nella quale le tematiche anticlericali sono di volta in volta balzate in primo piano, oppure hanno perduto di rilievo, nel corso della vicenda pubblica italiana dimostra con chiarezza fino a che punto la classe dirigente liberale facesse dell'anticlericalismo anche un uso politico strumentale. Strumentale soprattutto rispetto a due ordini di finalità: il primo relativo alla gestione dei raggruppamenti marginali al si­stema, ossia dei cattolici e dell'Estrema sinistra; il secondo, invece, agli equilibri di potere interni allo stesso mondo liberale. Ricorrere alle parole d'ordine dell'anticlericalismo, insomma, poteva da un lato servire a frenare o