Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia amministrativa. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <228>
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Giovanni Orsina
della crisi di fine secoli A Roma, certo, il nuovo clima si traduce nella formandone di una giunta laica, i cui rapporti con Giolitti sono senz'altro buoni, e sul piano elettorale nel tentativo di rilanciare le ragioni del blocco anticlericale, ma l'impatto di questi tentatevi rimane ridotto. L'alleanza progressista che ha guidato il paese fuori dalla crisi si è costruita intorno ad altri temi, primi fra tutti la gestione liberale delle istituzioni e la questione sociale. Non è un caso, allora, che a Roma i partiti, della democrazia rifiuti­no recisamente di allearsi con i liberali su di una piattaforma laica, proprio in nome della superiore importanza della dimensione economica.
Con l'avanzare del nuovo secolo, d'altra parte, e con l' allargamento dello spazio pubblico nazionale che la strategia giolittiana di integrazione delle estreme va promuovendo, il significato politico dell'anticlericalismo si modifica profondamente. Da che era una forma di difesa delle istituzioni statutarie contro la destra antisisterha, capace quindi di ricompattare la parte largamente maggioritaria del centro liberale e da consentire poi un'aper­tura alla democrazia risorgimentale, esso diventa una parola d'ordine anti­moderata, tale da generare un'alleanza progressista e da tagliare così a metà il cèntro liberale. E questo il significato politico del rilancio anticlericale dal quale a Roma nascerà nel 1907 il blocco liberale popolare. E non è un caso, allora, che proprio questo tipo di anticlericalismo riesca ad affermarsi in svariate realtà locali, ma sia invece del tutto rifiutato a livello nazionale e parlamentare. Perché avrebbe contribuito a dividere un centro liberale di governo che la grande maggioranza dei liberali Giolitti e Sonnìno per primi intendeva fermamente mantenere unito.
GIOVANNI ORSINA