Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
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2001
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Il governo del pontefice e il popolo cattolico 233
nel rapporto tra dinamiche politiche e religiose durante il lungo pontificato di papa Mastai.
Nel 1878, discutendo del conclave e poi, tra il 1881 e il 1882, nuovamente dibattendo della situazione del pontefice in Italia, ricorreva ancora iJ tema dèll*allontanamento del pontefice dalla capitale del mondo cattolico; infine, si restava1''Sempre a Roma. C'è il riconoscimento di una situazione critica che, tuttavia, Ormai si fonda sull'impossibilità del ritorno del dominio temporale nelle forme precedenti; occorre trovare altre strade. La ricostituzione di un qualche civile principato non sarebbe potuta venire dalle potenze cattoliche che nel 1878 vollero il conclave a Roma, preparandosi a porre il veto su candidati al soglio pontificio che non fossero risultati graditi quanto a moderazione politica. Le potenze ottennero quanto desiderato e non posero il tradizionale privilegio. Ma la curia romana, che conosceva la propria debolezza e non intendeva manifestarla, ebbe cura di evitare il pericolo di una prova di forza, trovando per tempo il suo candidato. Il barnabita Luigi Bilio, verso il quale erano ostili le potenze, non presentò la sua candidatura, sebbene fosse considerata la più autorevole. Il suo irrevocabile rifiuto e l'azione del cardinal Franchi apriranno la strada all'elezione di Gioacchino Pecci. Il Vaticano, dunque, voleva riaprire un dialogo con gli Stati; ma un ben altro ruolo si intendeva ormai affidare al popolò cattolico.
Il segretario di Stato vaticano, Lorenzo Nina, inviava il 15 agosto 1878 uria importante circolare ai Nunzi, in cui si confermava il proseguimento della politica del Franchi, suo predecessore. Egli ricordava che i contrasti con le potenze non si dovevano tanto a nimicizie decise e irremovibili , quanto a false idee preconcette o a pregiudizi sparsi e mantenuti per opera di chi voleva trarne qualche profitto. La S. Sede doveva dileguare tali idee e la sua politica aveva provato al mondo che mentre il Sommo Pontefice [...] difende sempre i sagri diritti della Chiesa, non desidera.altro che vivere in pace con tutte le potenze. Ma per legarsi al movimento degli Stati e delle nazioni la S. Sede si affidava alla forza dei popoli cattolici, strettamente legati alla potente organizzazione della Chiesa. La capacità di resistere alla legislazioni civili, con le quali lo Stato invadeva il campo della Chiesa, non sarebbe dipésa dalla sola Santa Sede, ma egualmente dalla costante fedeltà dèi popoli cattolici di quelle regioni, non che da un concòrso di circostanze di una natura più politica che religiosa, da cffi essi possono trovarsi inviluppati.7)
*> Sul contesto in cui venne formulata tale circolare sia consentito rinviare a À. CIAM-PANl, Cattolici t liberali durante la trasformatone dei partita. La questioni di Roma tra politica najonale e progetti vaticani (1876-1883), Roma, 2000.