Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <240>
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240 Stefano Trinchete
ottomano, e in particolare del Mediterraneo orientale turco (Libia, Egèo, Mar di Creta), abbia rappresentato un fattore di crisi nella Triplice e insieme il banco di contrasto dell'evoluzione italiana verso gli alleati di lingua te­desca.
Vanno, insomma, inseriti in una nuova luce le premesse e gli sviluppi del conflitto libico, gli esiti della conseguente- crisi balcanica e il problema albanese (tra l'indipendenza nel 1912, il condominio austro-italiano del 1913 e lo sbarco italiano nel 1914), a muovere dalla questione egea, dalla crisi di Creta con la partecipazione italiana alla spedizione navale del 1898, fino all'annessione di Cipro da parte britannica nel 1914. Occorrerà, inoltre, ri­flettere sull'inizio del bombardamento anglo-francese sui Dardanelli (feb­braio 1915) e.lo sbarco a Gallipoli (25 aprile 1915), da porre in relazione con la conclusione del Patto di Londra (26 aprile 1915), mentre il definitivo rovescio ai Dardanelli (26 maggio 1915) coincide, ormai, con l'entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi Centrali (23-24 maggio), ma non ancora contro la Turchia, pure già impegnata nel conflitto mondiale, fatto avvenuto solamente il 20 agosto, a breve distanza dal nuovo fallimento dell'Intesa sui Dardanelli, a Suvla, nell'agosto 1915.
Quest'impressionante sequenza di date, che non deve indurre ad az­zardare ipotesi ardite, vuole esprimere primariamente l'importanza della questione turco-mediterranea per le estreme decisioni italiane, in ordine a un trattato che non funzionava più, ma anche il peso precedentemente giocato, sulla crisi dell'alleanza, dal fattore balcanico e mediterraneo. Non è questa la sede per un'analisi ad ampio raggio di una questione già dibattuta dalla storiografia e non ancora del tutto chiarita, stante la situazione di inagibilità di una parte delle fonti italiane, relativamente al conflitto libico; l'importante carteggio Avarna e inoltre le carte diplomatiche tra la sede romana e quelle di Berlino e di Vienna ci descrivono il progressivo supera­mento della condizione triplicista da parte italiana, fattore confermato dalla documentazione diplomatica vaticana degli anni trail 1912 e il 1915.
IL Mare Nostrum
Il Mediterraneo è stato a lungo oggetto, in età contemporanea, delle ambizioni dei popoli rivieraschi, i quali !p denominarono, a seconda delle culture e delle lingue, in modi svariati: Sud-Ost per i popoli di lingua tede­sca; Ak Deni per quelli di lingua turca e araba; Nasba Mora per gli slavi, dai Serbi ai Montenegrini; Mare nostrum in una retorica riedizione italiana postunitaria delle ambizioni romane. Una lettura anche solo superficiale delle valenze lessicali appena evocate, induce a una prima riflessione inter­pretativa: nella visione austro-tedesca, la apparentemente neutrale descri-