Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <243>
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li Mediterraneo come fattore di crisi 243
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Da ultimo si trattava di sofferta e frustrante ricerca di una revancbe su se stessa, dopo i drammatici rodessi di Dogali e di Adua, ma anche dopo ruminazione di Lassa, per una nazione conquistatrice e marinara, che pro­prio nelle regioni del Mar Rosso più che mai mediterraneo, non solo per culture comuni, ma per il taglio di Suez e massimamente sui mari roma­ni, aveva mancato di riaffermare le proprie ragioni militari.
La Germania era intanto interessata alla pacificazione del grande Impe­ro morente in nome delle proprie finalità economiche, finanziarie, coré1nè ciali e culturali (si pensi alle missioni archeologiche e agli acquisti eìì Pergamo e Afrodisia) e inoltre a una penetrazione in quello che i geopolitici germanici definivano il Sud-Est e cioè, attraverso la regione balcanica meri­dionale, la Tracia turca e l'Oriente anatolico, fino alia Mezzaluna fertile arabo-siriaca e alla Persia. In ragione di tali finalità, la Turchia doveva rimanere in pace e intatta nella sua composita entità territoriale, almeno formalmente indipendentei e unitaria, sostenuta militarmente e finanziaria-mente dalla mano tedesca contro la pesante intromissione franco-inglese e russa, determinatasi negli ultimi decenni del secolo.
Quelle finalità, che occultavano anche futuri sviluppi bellici (missione von der Goltz, in seguito missione Liman von Sanders) avevano per il momento obiettivi di mantenimento pacifico dello status-quo orientale. Tutto questo condurrebbe a considerare gli interessi tedeschi in Oriente, ma anche in Libia e nei Balcani, a partire dalle mire industriali del gruppo elettrico AEG dei Rathenau, ma anche le presenze missionarie tedesche e la politica religiosa degli istituti luterani nelle terre di nominale sovranità ottomana in Nordafrica, con attenzione sospettosa verso le ambizioni italiane sulla Quarta sponda.
Per contrasto con tutto ciò, l'agitata alleata italiana, priva di autentiche motivazioni economiche e finanziarie per la sua violenta azione verso Sud-Est, che tuttavia la spingeva, nella stessa direzione, in fotta di collisione con l'alleata tedesca, proponeva una nuova definizione di Mediterraneo come area di conflitto tra gli imperialismi alleati nella Triplice, coinvolgendo anzi­tutto l'Austria, gelosa dell'area balcanica e sospettosa verso qualsiasi altera­zione a suo svantaggio degli equilibri in quella regione.
Erano, dunque, piuttosto argomentazioni di retorica nazionalista e di ideologia mitizzante a sostenere le ambizioni italiane nell'area mediterranea e contro il Turco, individuato, secondo argomentazioni altrettanto antiche e retoriche, come eterno nemico popolate, nonché come avversario storico di una Cristianità, tornata utile alla politica aggressiva della laica Italia libe­rale.