Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <246>
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Stefano Trinchm
sti, che ne dichiaravano sulla stampa e nei dispacci politid e diplomatici le motivazioni irrazionali e retoriche, per soppesarne i deleteri effetti di politi­ca internazionale; sia da parte degli ottomani, i quali, considerandosi parte lesa, denunciavano all'opinione europea sia l'aggressione subita, sia le viola­zioni del diritto intemazionale, sia infine i crimini e le 'fttrocitàs commessi dagli invasori nei territori di giurisdizione turca, apparendo loro inaudito che una piccola e arrogante nuova nazione assalisse con ardimento'licenza scrupolo l'antico e glorioso Impero della Mezzaluna.
La parte relativa al giudizio austro-tedesco, nonché a quello ottomano, delle azioni italiane in Mediterraneo è attualmente oggetto di un'approfon-dita e vasta raccolta documentaria da parte di un gruppo di giovani studiosi, sotto la conduzione di chi scrive, al fine di una più ampia ricerca corale. In realtà, nella dimensione retorica di Mare Nostrum confluivano la memoria, non solo dell'Impero romano, ma anche il mito delle Repubbliche mannare, in particolare di Genova e Venezia, e ancora la responsabilità di una mis­sione civilizzatrice spettante ai Papi e infine tutta l'epopea risorgimentale della Terza Roma. Su questo magma confuso e incoerente il gruppo di lavoro sta per affrontare il progetto di un lavoro a più mani sui miti e contromiti della presenza aggressiva dell'Italia in Mediterraneo tra fine secolo ed età giolittiana, con riflessi fino al primo periodo fascista.4)
In particolare, Olga Tamburini sta attendendo a una minuziosa e ca­parbia opera di riordino delle idee nazional-pedagogiche del mito mediterra­neo all'interno dell 'universo letterario e nella pubblicistica italiana di varia ispirazione tra fine Ottocento e anni Venti, indagando a tutto campo su un'impressionante compagine di scrittori, grandi, minori o sconosciuti, impegnati nella giustificazione di un'impresa coloniale avvertita come effetto miracoloso dell'Unità, fino a lambire l'eredità fascista di tale retorica nazio­nale e simbolica, in ideale linea di consecutività da Dogali a Tripoli, fino alla riconquista dell'Impero. Roberta Viola affronta sulla stampa nazionale e regionale e inoltre sulla pubblicistica e sulle riviste nazionaliste e conserva­trici il tentativo di costruire a caldo un'opinione favorevole alla guerra, in prospettiva di dominio mediterraneo, rivelando come il diritto alla r> conquista del mare di Roma, denunciato già da Mazzini, animi nella rivendi­cazione libica, attraverso forti valenze simboliche, linguaggi e codici di ragionamento che aggregano richiami al glorioso passato italico a pretese di legittimare rivendicazioni sul prossimo e fatale futuro dell'Italia, sul Mediter-
Aì Si tratta- di un: lavo* di àwrm ayjjjafo aJJTJnkcrfttà dì Gassino., pj-esso la cattedra di Storia dei rapporti tra Statò e Chiesa, che ora prosegue presso l'Università degli studi di Chieti. Delle osservazioni che seguono sono debitore agli stadi del dottori Silvio EyangeU-stàv Roberta Viola; Olga Tamburini.