Rassegna storica del Risorgimento

MOTI ; MESSINA ; 1847-48
anno <2002>   pagina <5>
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Messina nei moti del 1847-48
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l processi intentati ai cospiratori sì conclusero con la condanna a morte (poi eseguita) del popolano Giuseppe Sciva e dell'abate Giovanni Crimi (commutata nell'ergastolo e poi ulteriormente ridotta), già impegnato negli anni Venti nella Carboneria6) e capo della setta Kepuhblica romana, mentre fu rinviato a giudizio il pastaio Giuseppe Pulvirenti Fu anche compilata una lista di fuoribando provvisoria a carico dell'aw. Antonino Pracanica, dell'insegnante Antonino Caglia Ferro, dell'industriale delle es­senze barone Giovanni Andrea Nesci,7) di Paolo Restuccia,8) dei fratelli Girolamo e Vincenzo Di Mari,y) di Luigi MicaliI0) (già membro della setta Seguaci di Giove), dell'argentiere Francesco Sacca, di Salvatore Santantonio * ') e del capitano d'altura Antonino Miloro, i quali, potendo impunemente essere uccisi da chiunque, abbandonarono la città e in parte si rifugiarono a Malta.12)
GUARDIONE, Giovanni Crimi sacerdote e martire, Palermo, 1837. La Stessa ricostruzione è contenuta nella rievocazione: il Primo Settembre 1847, in Gaietta di Messina, 2 settembre 1878).
9 V. LABATE, Un decennio di Carboneria in Sicilia (1821-1831), Roma-Milano, 1904.
) Dopo il moto del 1 settembre Giovanni Andrea Nesci, reggino di nascita, fuggì a Londra. Rientrò nel '48 e prese parte alla sfortunata spedizione in Calabria. Fallito il moto, fu esule prima a Malta quindi a Torino ed in Francia. A Reggio Calabria nel 1860,. SH incarico di Sirtori, spianò la strada a Garibaldi: P. PRÈ1TANO, Vita politica di Giovanni Andrea Nesci dei Baroni di Sant'Agata, Messina, Tip. F.lli Messina, 1882.
9 Paolo Restuccia, dopo aver preso parte al moto del 1 settembre, si rifugiò prima a Londra quindi a Marsiglia. Tornò in Sicilia in occasione del moto del '48 e al termine, credendo nell'amnistia, fu arrestato. Fu prima mandato in esilio rtel villaggio natio di S. Stefano Briga quindi nuovamente arrestato e rinchiuso nella Cittadella (P. ANDRIOLO, Paolo Restuccia nella lotta antiborbonica, Messina, 1977).
?) I fratelli Di Mari, dopo la condanna a morte per i fatti del 1 settembre fuggirono in Inghilterra. Qui cercarono insieme al principe di Granatelli di guadagnare consensi alla causa nazionale. Rientrarono per assumere incarichi di rilievo nell'esercito siciliano durante il '48. Fallito il moto, fuggirono a Malta. Qui presto morì Girolamo, mentre Vincenzo rientrò per prendere parte alla battaglia di Milazzo {Messina nel 1847, presso la sala Giunta di Palazzo Zanca, sede del Comune di Messina).
I") Luigi Micali sfuggì alla condanna a morte del '47 in Inghilterra. Rientrò l'anno successivo e sostenne la rivoluzione. Soggiogato il moto, fuggì a Malta dove prese parte all'attività cospirativa e partecipò nel 1860 alle battaglie dell'esercito garibaldino {Messina nel 1847 cu).
vi) In seguito ai fatti del 1 settembre, Santantonio riparò a Londra. Rientrò in Sicilia
nel '48 a sostegno della rivoluzione. Ferito a Messina durante la resistenza il 6 settembre
1848, fu esule prima a Malta quindi in Egitto. Nel 1860 ebbe i gradi di colonnello (/
funerali del colonnello Santantonio, in Gazzetta di Messina e delle Calabrie* 25-26 febbraio
190<.
'9 Messina, Uannivitsoiio del 1 settembre 1847, in Casetta di Messina e delle Cala­brie, 27-28 agosto 1897; R. VlLLAJU, Commemorazione patriottica in L'Indicatore, 8 settembre