Rassegna storica del Risorgimento

MOTI ; MESSINA ; 1847-48
anno <2002>   pagina <7>
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Messina nei moti del 1847-48
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La moltiplicazione dei contatti clandestini e l'allargamento operativo a Palermo, prodotti dall'incessante lavoro del Gemelli tra la primavera e Pestate del 1847, si scontravano con l'impazienza dei messinesi e la pruden­za dei palermitani, maggiormente inclini a ritardare la sollevazione.15)
A questa diversità di posizioni tattiche e organizzative va senz'altro-tribuito il rapido e negativo esito militare del moto, che tuttavia risulta particolarmente significativo per il retroterra politico che soprattutto nell'area dello Stretto lo aveva originato.*
In base ai documenti della Magistratura tra i congiurati che avevano progettato e preparato la Rilevazione vi era l'avvocato Giovanni Fronte, che già nel processo seguito ai moti del 1821 a Messina aveva difeso il maresciallo Rosaroll dall'accusa di sedizione ed era stato nel 1839 fra i soci fondatori e primo presidente del Gabinetto letterario.17) Un ruolo di primo piano ebbe anche Gaetano Grano, possidente e mercante di un'agiata famiglia messinese che annoverava tra le sue fila il fratello Dome­nico, presidente del Tribunale di commercio di Messina e lo zio monsignor Grano, che nel suo magistero di insegnante e di educatore aveva preparato sin dagli inizi del secolo numerosi giovani agli ideali patriottici e libe­rali.'8)
calabrese, in Almanacco Calabrese, 1953, pp. 31-35; P. .ALATRI, La Calabria nel Risorgimento, hi, 1955, pp. 22-23; G. ClNGARl, Problemi del Risorgimento meridionale, Messina-Firenze, 1965; ID.,- Romanticismo e democrazia nel Mezzogiorno. Domenico Mauro (1812-1873), Napoli 1965, pp. 39-54); D. MORLACCO, Domenico Mauro, in Rassegna storica del Risorgimento, 2001, n. 1, pp. 25-46.
,5> Dalle testimonianze del calabrese Giovanni Carrozza può ipotizzarsi la presenza a Messina nei giorni precedenti il 1 settembre 1847 anche di leaders mazziniani calabresi come il sacerdote Paolo Pellicano, canonico della Cattedrale di Reggio, Casimiro De Lieto, Federico Genovese e il giudice Antonio Mario Furnari, ma anche di patrioti catanesi e siracusani (cfr. gli atti contenuti in ARCHIVIO DI STATO DI MESSINA (da ora in poi ASM), Fondo Restauratone, Magistrature Speciali. Processi politici 1821-1848. In particolare Atti contro Nimbato Basile, b. 4, n. 31; Atti contro Giovanni Bel la macina, b. 4, n. 38; Atti contro G. La Conte, h. 5, n. 40; Atti contro Domenico Presa, b. 5, n. 44).
l65 ASM, Fondo Restaurazione, Magistrature Speciali. Processi politici 182J-1848, b. 4, n. 36; Federico leni, in L'Impartiate, 11 febbraio 1890, p. 2; R. VILUVRI, Cospirazione e rivòlta, Messina, Tip. D'Amico, 1881; A. SANSONE, Proclami della rivoluzione del 1848, in Memorie della rivolutone siciliana dell'anno 1848, Palermo, 1904, p. 39; S. CAUTERI, Messina moderna CÌL, pp. 182-184.
7j E, CONSOLO, // Gabinetto di Leti ara dfc
i8) Offre alcuni spunti rilevami sull'adesione ai movimento settario di monsignor Granò V. LABATK, Un decennio di Carboneria eie; quindi vedi F. BISAZ/A, Sopra un monu­mento eretto nella chiesa del RR.PP. Cistercensi dì Messina alla memoria dell'abate Mons. Grano da Enrico Franonì scultore carrarese, Messina, 1830, in ARCHIVIO DI STATO DI MESSINA -