Rassegna storica del Risorgimento

MOTI ; MESSINA ; 1847-48
anno <2002>   pagina <18>
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18 Nino- Checco - Ernesto Consolo
Risorgimento vegliava e segnerà in maniera diversa dalle altre province siciliane il contributo di Messina alle vicende preunitarie. La sua storia, caratterizzata da una sorta di asimmetria culturale rispetto alla Sicilia dei baroni e del feudo, e la sua collocazione geografica, l'avevano resa infatti permeabile e sensibile più alle suggestioni e ai movimenti del razionalismo scientifico, dell'illuminismo, del giacobinismo e della stessa massoneria calabrese e napoletana, che al moderatismo palermitano e al mito della nazione siciliana.44)
La vicenda culturale ottocentesca della città, entro cui si consuma la specificità risorgimentale di Messina, ha gli ambiti e le caratteristiche pressocché esclusivi e totalizzanti di una vicenda urbana, che si snoda, dal punto di vista istituzionale-organizzativo e degli apporti personali, quasi esclusivamente dentro le mura della città.
Era stato in questi ambienti che aveva preso spessore il nucleo più consistente della guida politica della cospirazione antiborbonica messinese, senza apporti significativi dalla provincia, ma in sinergia con il Senato cittadino, con l'antica Accademia peloritana, con l'Università, con i clubs (Circolo della Borsa e Gabinetto letterario), che avevano innervato la forte tradizione municipalistica della città sugli ambienti della nuova borghesia mercantile, delle professioni e della cultura. Già da un secolo (e con la breve cesura del decennio inglese) per ovvie ragioni geografiche e di comu­nicazione era stata la Calabria il vero hinterland di Messina, non solo per il commercio, ma perché da li, senza altri filtri, era giunta l*eco dei venti nuovi della rivoluzione e del giacobinismo, recepiti e vissuti a Messina come valori culturali e in misura minore tradottisi in eventi clamorosi.45) Da
assolutistico al cattolicesimo sociale, voi. II, Roma, 1984; A. DE MEO, / Gesuiti nell'Italia meridionale dal 1848 al 1859, Palermo, 1991.
Mì Sull'attività massonica in Calabria vedi R. RITORTO, La Massoneria. Da All'Oca e alla Graticola- di Londra alla Costa dei Gelsomini in Calabria, Catanzaro, 1988, pp. 225-229; A. PLACANICA, Storia della Calabria dall'antichità ai górm nùftrìi .aMo:, 1993, p. 296; R. RITORTO, Tavole massoniche, Cosenza, 1994, pp. 160-166. Ma soprattutto A. DITO, Storia della massoneria calabrese* Cosenza, 1980 (che riprendeva O, DITO, Massoneria, carboneria e altre società segrete nella storia del Risorgimento italiano, Bologna, 1905, ora in ed. anastatica Forni, Sala Bolognese, 1966); G. GABRIELI. Massoneria e carboneria nel Regno di Napoli (pref. di Aldo A- Mola), Roma, 1981.
**) Andrea Gallo (1734-1814) era stato uno dei leaders della Massoneria a Messina nel­la seconda metà del Settecento. Insegnava filosofia e matematica al Collegio dei Gesuiti e all'Accademia Carolina. Carmelo La Farina gli successe alla cattedra di Geometria dell'Uni­versità di Messina Per l'attiviti massonica di Andrea Gallo si veda G. GROSSO CACO i>ARDo], Notizie istoriche di Andrea Gallo da Messina, in periodico // Maurolko, n. 19, febbraio 1834; E. Di CARLO, Dai diari di Federico Munter {il suo soggiorno a Palermo), in