Rassegna storica del Risorgimento
MOTI ; MESSINA ; 1847-48
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2002
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20 NINO Cbecco - Ernesto Consolo
dei porti del Mediterraneo e soprattutto con i leaders napoletani, calabresi e catanesi (l'ordine non è casuale); l'unitarfemo e il preconizzato sbocco repubblicano costituivano l'ideale cornice politica entro cui meglio si collocava la tradizione dei ceti urbani all'autogoverno e alla tenuta del primato economico della città in Sicilia.48)
Il quadro di base dell'iniziativa cospirativa messinese qui tracciato nelle grandi linee era dunque ben diverso da quello palermitano, liberal-moderato, autonomista e federalista nelle sue aspirazioni più profonde (Amari, Stabile, Settimo, D'Ondes Reggio). La diversità messinese, che si rafforzava via via nei contatti, nei contrasti e paradossalmente nella stessa debolezza organizzativa del movimento mazziniano in Sicilia, stava soprattutto nell'omogeneità borghese e urbana della sua base cernale: erano letterati e poeti, imprenditori e mercanti, liberi professionisti, artisti e musicisti, funzionari e chierici più o meno sensibili alle idealità liberal-democratdche e tutti profondamente radicati nel tessuto delle attività cittadine, nelle istituzioni (Tribunale Civile, Tribunale di Commercio), preordinate o meglio piegate a incanalare il consenso e le relazioni sociali lungo un percorso di rinnovamento del contratto sociale . Varie sono le spie di questa indiscutibile egemonia della città e della sua borghesia intellettuale: le reti di relazione erano estese e preordinate a occupare tutti gli spazi del vivere attraverso i periodici, le società letterarie, le accademie e i luoghi di sociabilità borghese (filarmoniche, filodrammatiche); il modulo dell'affiliazione massonica e settaria era quello ritenuto il più adatto all'affermazione dei principi di libertà politica e a governare le differenze di ceto.49)
Certo la profonda identità e la indelebile impronta del passato potevano costituire un ingombro e una eredità troppo difficile da adattare ai tempi nuovi (così come avverrà con lo Stato liberale); e tuttavia nella temperie risorgimentale si erano tradotti in un impegno e in un compito a cui era quasi impossibile rinunciare: quello di collegare l'idealità di nazione al rinascimento di Messina. Specificità locali e grandi questioni politiche si fondevano dunque in una miscela di sensibilità, di contatti esterni, di suggestioni e di contrasti che amplificavano e irrobustivano invece
4iJJ Sulle vicende elei gruppi cospirativi meridionali e sui loto stretti collegamenti, di cui Messina era un imprescindibile filtro, vedi G. BERTI, / democratici e l'iniziativa meridionali eie, pp. 227-229; P. DELLA PERUTA, Masinianesimo e democrazìa cit
* In prossimità dei moto del 1 settembre 1847 si era costituita a Messina una setta denominata Fratellanza artigiana, che raccoglieva ira le sue fòla il ceto operaio e gli artigiani delle fabbriche messinesi {Società Operaia di Messina della fratellanza artigiana del 1847 ricostruita per editto del Generale Garibaldi nel 1861. Statuto, Messina, 1966). Inoltre sulle affiliazioni massoniche vedi A. RECUPERO, La Sicilia all'opposizione cit.