Rassegna storica del Risorgimento

MOTI ; MESSINA ; 1847-48
anno <2002>   pagina <23>
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Messina Mi moti del.1847-4
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di nazione, progresso e civiltà, di cui si facevano interpreti e garanti le éiites della borghesia intellettuale e delle professioni liberali. La ricerca di questo spazio di azione politica era infetti motivo ricorrente di conflitto con l'autorità borbonica. L'insofferenza era accresciuta dalla sensazione del ceto élrigente locale dell'angustia delle relazioni all'interno della città e con l'esterno e degli spazi di libertà offerti dal regime, rispetto alle potenzialità espansive della borghesia messinese.52)
I vincoli politici, la censura, la ristrettezza degli ambiti della iniziativa economica, la debolezza della politica internazionale del governo dei Bor­bone, erano vissuti come una grave limitazione alle possibili relazioni accademiche, scientifiche, culturali e imprenditoriali del ceto dirigente locale con l'Italia e l'Europa, costantemente frenate da lacci e lacciuoli di ogni sorta. Tra ciò che sembrava forse con un eccesso di autostima a portata di mano della borghesia messinese (i rapporti con l'esterno e il cosmopolitismo) e ciò che amaramente veniva a lei negato, stavano la ribellione, la specificità della cospirazione e dei moti messinesi, la stessa diffidenza verso tutto ciò che potesse sfociare sul piano istituzionale in uno sbocco regionista della vicenda risorgimentale.53)
s Riprendo dall'impostazione contenuta nei saggi di G. GlARRIZZO, Borghesìa e pro­vincia nel Mepgwrno durante la Restaurazione, in Atti del 3 convegno di studi sul Risorgi­mento in Puglia. L'età della Restaurazione (1815-1830), Bari, 198G. BARONE, La rivoluto-Mfe è ti Mezzogiorno: monarchia amministrativa e nuove éiites borghesi, in Ripensare la rivoluzione francese: gfi echi di Sicilia (a cura di G. MILAZZO - C. TORRISI), Caltanissetta, 1991; R BENIGNO - C. TORRISI (a cura di), Elites e potere in Sicilia dal Medioevo a oggi (scritti dì G. Barone e altri), Catanzaro, 1995: in particolare i saggi di E. IACHELLO e A. DE FRANCESCO, pp. 103-134.
B) L'ampiezza dèi collegamenti, dei contatti e delle relazioni messinesi con gli am­bienti accademici, le istituzioni culturali e singoli intellettuali di altre province negli anni della Restaurazione (F. Bisazza con Cesare Cantù e Massimo d'Azeglio) è documentata dagli epistolari e dai carteggi contenuti in Catalogo dei manoscritti del fondo La Corte-Cailler, a cura di A. M. SGRÓ, Messina, 1985. La partecipazione di Carmelo e Giuseppe La Farina ài Congressi degli Scienziati Italiani negli anni '40, assieme al naturalista Anastasio Cocco (che nel '45 fu peraltro segretario del Congresso svoltosi a Napoli), costituisce un'ulteriore conferma dell'intensità di tali rapporti {Quinta riunione degli Scienziati italiani e Settimo Congresso degli Scienziati in Italia, in La Farfalletta a. 1, voi. I, ili rettore Giovanni Mina Morici, 1842, pp. 292, 308). 1 CANTÙ, L'Italia scientifica contemporanea cit.; O. BIASINI, Cenni biografici degli illustri contemporanei messinesi compilati ad uso dei popolo* Messina, Tip. Dell'Awentee, 187?; E PRRITANO, Biografie éti LliONK, Istituzioni culturali e potere politico in Sicilia. Proposta dì ricerca, in Archìvio Storico per la Sicilia Orientale, a, 1981, p, 113. Per quanto riguarda più in dettaglio 1 rapporti con le istituzioni italiane e straniere vedi la tabella seguente;
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Accademia labronica di Livorno