Rassegna storica del Risorgimento
MOTI ; MESSINA ; 1847-48
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2002
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Nino Chetco - Ernesto Consolo
LI 5 gennaio era giunto da Palermo Giuseppe La Masa, che aveva avuto un abboccamento con il rappresentante inglese Lord Minto. A Messina La Masa incontrò gli esponenti del Comitato rivoluzionario, Michele Berto-lami, leader dei giovani liberali, Gaetano Scoppa e Giuseppe D'Antoni. Si parlò del 12 gennaio come probabile data della rivoluzione a Palermo. E La Masa invitò il Comitato di Messina ad attendere gli ordini prima di avviare la rivolta.55)
Stabilito il programma dell'insurrezione, fu mandato a Malta perché esso venisse stampato, quindi introdotto clandestinamente in Sicilia e diffuso. Le città siciliane vennero presto ricoperte da cartelli inneggianti alla rivoluzione, a Pio DC e alla costituzione.56)
Lo scoppio della rivolta a Palermo (12 gennaio), le notizie delle clamorose vittorie militari e della formazione del governo rivoluzionario presieduto da Ruggero Settimo (20 gennaio), la crisi dell'autorità borbonica nel resto dell'isola, l'addensarsi di truppe e di mezzi militari borbonici a Messina (a ragione considerata piazza strategica primaria per le sorti del conflitto), accelerarono ulteriormente i tempi della sollevazione. Il 27 gennaio al quartiere Boccetta, sede delle concerie e della casa di Francesco Antonio Ottaviani (appena rientrato dall'esilio maltese), si riunirono i patrioti messinesi Domenico Amodio, Domenico Piraino, Giuseppe Grosso Cacopardo e Federico leni, per discutere del proclama insurrezionale giunto da Palermo e concertare Fazione in città. L'indomani nella sede del Circolo della Borsa si formava il Comitato di pubblica sicurezza messinese composto da sei membri: Gaetano Pisani, che lo presiedeva, Giovanni Fronte, Tommaso Landi, Francesco Antonio Ottaviani, Gaetano Ruggeri e Pietro Bertolami, uomini di orientamento democratico.57) Il Comitato di pubblica sicurezza chiamò il popolo alle armi, raccolse i mezzi militari sepolti nei nascondigli e organizzò tre reparti d'assalto: il primo raccolto sull'erta della Caperrina, il secondo sulle alture del sobborgo Boccetta, il terzo sulle colline del villaggio Trapani. Bandiere tricolori sventolavano in ogni luogo della città. Alle 9 del mattino del 29 gennaio i cittadini erano già in strada a combattere. Nonostante la promessa di non bombardare la città, il generale Card amona, a capo della piazzaforte di Messina, ordinò di aprire
M) G. LA MASA, Documenti della rivoltinone siciliana del 1847-49 in rapporto all'Italia, Torino, Ferrerò e Ftalico, 1850, voi. I; L, ToMKUCCl, Messina nel Risorgimento de, pp. 91-109.
w,> C. NASELLI, // quarantotto a Catania: la preparatone, gli avvenimenti, in Archìvio Storico per la Sìciiltì Orientale, s. IV, 1949-50, pp. 111-112.
) G. LA FARINA, Istoria documentata della rivolutone siciliana rit.