Rassegna storica del Risorgimento
MOTI ; MESSINA ; 1847-48
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2002
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Nino Còrno - Ernesto Consolo
maso Salano[Sajani], i quali scriveranno le risposte a Corfù al sìg. Severino Fogaccia, che vi farà giungere le lettere qui in Cosenza [...] .68)
Messina era rimasta al centro dell'attività cospirativa mediterranea lungo tutti gli anni '40, candidandosi per un ruolo di primo piano nel biennio rivoluzionario 1847-48. Il gruppo patriottico peloritano era stato sempre rappresentato nelle riunioni tenutesi a Napoli per l'organizzazione di azioni insurrezionali (su tutte quella cosentina del marzo 1844) e aveva stabilito costatiti contatti con gli esuli maltesi attraverso Antonino Miloro, capitano d'altura, al centro dei fatti del 1 settembre 1847.69)
E stata accertata la presenza di logge massoniche nel 1845 a Girifalco nel catanzarese, nel 1847 a Napoli (Losanna) e a Catanzaro (Umanità Ldbe-rafé).70) Durante il biennio rivoluzionario 1847-48 le associazioni massoniche si rafforzarono sfruttando gli ampi spazi offerti dalla libertà politica, riuscendo così a svilupparsi anche al di fuori delle tradizionali endaves italiane, disseminate nei porti del Mediterraneo. L'orientamento massonico rimaneva ancorato ad ideali sostanzialmente democratici, aperti a indirizzi comunque filantropici e spesso anche proto-socialisti. Nel 1847 aveva fatto la sua comparsa in Sicilia la società segreta dei Venerabili Carbonari della Giovane Sicilia, a quanto pare articolata sul territorio in Camere Massoniche . Essa era nata a Palermo ma contava sicuramente su una Camera Massonica a Trapani L'anno successivo si era formata a Palermo l'Officina de I
*9 D 22 ottobre 1847 sul foglio fiorentino L'Alba* diretto da Giuseppe La Farina, si legge della partenza da Marsiglia di pacchetti a vapore francesi per Costantinopoli, toccando Malta, Sira, Smime, Metellino, Dardanelli e Gallipoli due partenze regolari per ogni mese. Su quei vapori, oltre a merce di ogni tipo, viaggiavano clandestinamente i più importanti esponenti dell'attività cospirativa (G. ROMEO PAVONE, Gioacchino Gaudio e gli ultimi rivolgimenti in Calabria Cìtra, Cosenza, 1876, pp. 31-32; G. MARRONE, L'Alba di Giuseppe La Farina, in Clio* n. 2, 1978, pp. 216 e sgg.).
Jì Del Comitato centrale di Napoli intorno alla metà degli anni '40 facevano parte anche il messinese Giovanni Raffaele, che a sua volta reclutò il suo allievo Francesco Crispi (fAemorie della rivoluzione siciliana dell'anno MD CCCL VJU <à G. BERTI, ì democratici e l'iniziativa meridionale cit., p. 256; R. COMPOSTO, Idee sociali del primo Crispi (1839-1849)* in Rassegna sierica del Risorgimento, 1962, pp. 205-206; V. BONBLLO - B. FIORENTINI - L. SCHIAVONE, Echi del Risorgimento a Malia cit., pp. 205-206.
?ft> In Calabria durante il breve periodò costituzionale nacque attorno alla farmacia Mantegna di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) un gruppo settario detto dei Filantropi Costituzionali, capeggiato da uno dei patrioti locali, Vincenzo Amaduri. Nello stesso anno un nucleo consistente di artigiani si raccolse nella setta Società Evangelica, di orientamento socialista radicale, a capo della quale vi erano Ignazio Donato Pungillo e l'arciprete Domenico Angherà (P. A LATRI, La Calabria nel Risorgimento cii, pp. 21-22; R. RITORTO, La Massoneria cit., pp. 225-229; A. Pl-ACANICÀ, Storia della Calabria cit., p. 296; R. RITORTO, Tavole massoniche cit., pp. 160*166, 178-181, 225-229, 233-236, 277-279).