Rassegna storica del Risorgimento
BERTINORO ; AURELIO SAFFI ; ONORANZE
anno
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2002
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pagina
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99
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Libri e periodici 99
Da questi concetti si sviluppava il suo sistema di soluzione al conflitto tra norme giuridiche, basato su tre pilastri: la nazionalità, la libertà e la sovranità (indipendenza politica). Dal primo derivava il concetto di cittadinanza che serviva per stabilire anche l'ordinamento di origine dell'individuo; dal secondo la possibilità di poter rimandare al diritto dello Stato di origine; dal terzo la possibilità di fissare un limite all'applicazione del diritto straniero attraverso il principio dell'ordine pubblico.
Come si evince dalla puntuale illustrazione fatta dalla Nishitani le lezioni tenute da Mancini all'Università di Torino, servirono da forza motrice per il Risorgimento, in assoluto contrasto con il principio legittimista affermatosi a Vienna e con l'assetto europeo scaturito da quella Conferenza nel 1815 che vedeva le Nazioni mortificate dai grandi imperi.
L'azione di sostegno giuridico al Risorgimento si sviluppò anche in altre direzioni; parallelamente al movimento di unificazione dell'Italia si poneva infatti in discussione il problema dell'unificazione del diritto. A questa impresa prese parte anche Mancini nei 1854 (insieme a Pisanelli e Scialoia) nella redazione di un Commentario del Codice di procedura civile per gli Stati sardi con la comparazione degli altri Codici italiani, e delle principali Legislazioni straniere con l'obiettivo di costituire un unico diritto per l'Italia e di dimostrarne l'esistenza attraverso la scienza giuridica; gli autori cercarono, cioè, di mostrare l'identità della nazione italiana, allora divisa in diverse legislazioni isolate, nei principi unitari già esistenti.
Nel volume della Nishitani ampio spazio è dedicato anche alla successiva fase politica del Mancini, eletto nel 1860 deputato a Vigevano e a Sassari per la VII legislatura, tra il 1860 e il 1861 Consigliere di Luogoteneza a Napoli per la Giustizia e gli Affari Ecclesiastici e dal 1861 eletto nel collegio di Ariano, deputato per la Vili legislatura, nella quale ricoprirà, per il mese di marzo 1862, nel governo Rattazzi, il dicastero della Pubblica Istruzione. Tra i vari problemi che presentava il nascente Regno d'Italia vi età quello della scelta di una nuova legislazione che doveva essere emanata in nome della nazione italiana. A questo proposito Mancini si dedicò quindi al lavoro di codificazione, innanzitutto del Codice Civile e del Codice di Commercio. Nell'ambito del diritto internazionale privato si occupò della unificazione internazionale della materia attraverso i trattati tra Stati. Nel 1867 negoziò come rappresentante del governo italiano con il governo francese, belga e della Confederazione del Nord la conclusione di questi accordi interrotta in seguito allo scoppio del conflitto franco-prussiano. Mancini considerava il Ko/lisiotisrecht come una branca del diritto intemazionale e si sforzò perciò, proprio attraverso negoziati finalizzati alla conclusione di un accordo tra gli Stati, di realizzare delle Kollisionsnomten unitarie. A questo proposito l'autrice ha inserito in appendice al volume una lettera scritta dal Mancini a Bismarck, tratta sempre dai fondi archivistici del Museo Centrale del Risorgimento, nella quale venivano descritti i risultati dei suoi positivi colloqui con il rappresentante prussiano Delbruck, che dimostra come i contatti tra il giurista italiano e il cancelliere fossero particolarmente stretti e confidenziali.
Nel 1865 Mancini ebbe il merito di introdurre nel Codice Civile italiano le norme di diritto internazionale privato, secondo i principi elaborati in quegli anni,