Rassegna storica del Risorgimento

BERTINORO ; AURELIO SAFFI ; ONORANZE
anno <2002>   pagina <100>
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100 Libri e periodici
nelle Disposizioni preliminari del codice civile . Questo codice si può considerare la prima codificazione completa ed indipendente di diritto internazionale privato.
La caduta di Roma nel 1870 e la successiva annessione della città al Regno a-vrebbe segnato l'ultima fase della vita accademica e politica del Mancini. Il trasferi­mento nella nuova capitale d'Italia significò per lui anche il passaggio all'università di Roma che gli aprì la strada ad ulteriori iniziative di ampio respiro. Convinto della necessità di una unificazione sul piano universale del diritto internazionale privato e della collaborazione degli scienziati oltre i confini delle frontiere statali, Mancini creò (e ne fu nominato primo presidente) Ylnstitut de Droit International. Nell'incontro di inaugurazione di questo istituto a Ginevra nel 1874 tenne il famoso discorso De Vntìlite de rendre obligatoires pour toiis les Etats, sous la forme d'un ou de plusieurs traités interuationaux, un certaìn nombre de règles generale* du Droit international prive pour as-surer la décision uniforme des confitti entre les differente* législation civiles et criminelles. In esso sono contenute le idee di Mancini riguardo al suo sistema di Kollisionsrecht e il suo convincimento di fondo di unificare i singoli diritti privati attraverso gli accordi tra Stati e di introdurre una armonia decisionale internazionale. La Nishitani fa rile­vare come questo discorso sia stato erroneamente ritenuto come la data di nascita di questo sistema. In realtà, le stesse idee erano già state espresse precedentemente, come dimostrano le lezioni di diritto internazionale privato dell'anno accademico 1854-55.
Com'è noto la successiva fase della vita di Mancini fu caratterizzata da una brillante carriera ministeriale: dal 25 marzo 1876 all'I 1 marzo 1878 fu a capo del di­castero di Grazia e Giustizia; dal 25 marzo 1881 al 29 maggio 1885 fu Ministro degli Affari Esteri nel governo Depretis. Nell'ambito di quest'ultimo incarico, assunto in un momento particolarmente delicato per la politica estera italiana, favori l'allontana­mento dell'Italia dalla Francia e l'avvicinamento all'Austria e alla Germania, e fu tra i principali artefici della conclusione della Triplice Alleanza nel 1882. Attraverso le vie diplomatiche cercò anche di portare a compimento la sua idea di unificazione del diritto internazionale privato.
Sebbene Mancini avesse sostenuto con particolare convinzione le sue teorie circa il principio di nazionalità e avesse sempre difeso a spada tratta l'idea che le na­zioni avessero tutte, sul piano internazionale, pari diritti e dignità, e fossero rispettate nella loro esistenza (Coesistenza ed accordo delle Nazionalità libere di tutt'i popo­li); egli infine giunse a porre un limite a questo principio. Nel pieno della politica coloniale Mancini teorizzò infatti che il concetto di Nazione era da applicarsi alle popolazioni europee civilizzate e non alle cosiddette popolazioni barbare. La formulazione fu oggetto, però, di dure critiche che il ministro cercò di contrastare affermando che la stessa era già stata enunciata nelle sue teorie del 1851: in realtà, come osserva la Nishitani, la giustificazione di Mancini era il frutto di un compro­messo dettato dalla ragion di Stato . In seguito, comunque, fu proprio il fallimento della politica coloniale che, nel 1885, costrinse Mancini a lasciare l'incarico. Mori tre anni dopo, senza che la sua idea di una unificazione del diritto internazionale privato potesse essere portata a compimento; il suo pensiero fu però ripreso dal giurista