Rassegna storica del Risorgimento

BERTINORO ; AURELIO SAFFI ; ONORANZE
anno <2002>   pagina <104>
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104 Libri e periodici
anteprima, prèsso il Castello Sforzesco di Milano e precisamente nei locali dove ha la sua sede la Civica Raccolta Bertarelli, cioè nel tempio della grafica italiana. In tal modo quei dirigenti, con la loro iniziativa, hanno apertamente riconosciuto il valore intrinseco di questo volume, che, tra l'altro, è impreziosito dal fatto di presentare un apparato bibliografico notevole ed una straordinaria documentazione iconografica.
Emotivamente si osserva che questa pubblicazione, attraverso i soldatini di carta, ha rappresentato per tanti, come chi scrive, che hanno, oggi, i capelli bianchi, il ricordo di momenti ineguagliabili di divertimento e di nostalgia. Ciò, però, passa in secondo piano se riflettiamo sul fatto che attraverso queste immagini si possa leg­gere una pagina di storia interessante per tutti, indipendentemente dall'età.
Perciò mentre si può ritenere questo lavoro come una bella pagina di costume su avvenimenti che, ad una attenzione superficiale, possono sembrare in un rapporto illogico, o solo emotivo con la vita di oggi, in effetti si tratta di un valido strumento che ci aiuta a leggere la nostra storia recente in modo creativo.
Per testimoniare poi l'equilibrio col quale ha agito l'Autore, diremo che egli non presenta solo, acriticamente, il trionfo del valore delle armi italiche, ma non esi­ta ad evidenziare anche, ad esempio, le nostre sfortune militari. Nel primo caso ri­corderemo la guerra libica del 1911. Qui troveremo Emilio Cecchi che ebbe a scri­vere che in certi momenti la guerra, più che guerra di azione pare guerra di manifestini, anche se in Italia manca la tradizione del disegno che esiste in Francia . Gli fanno eco Geo della Garisenda che contribuisce con l'impeto del canto, all'entu­siasmo della partenza dei coloniali e Giovanni Pascoli che assegna il titolo di Gari­baldini dei mare ai fogli di soldatini della Nerbini che riproducono i nostri marinai nell'atto dello sbarco a Tripoli. Se il contenuto del volume fosse solo questo, po­trebbe certamente essere inteso come semplice informazione o come propaganda del militare valore italico. Ma qui sono presenti anche le sfortunate ed infelici cam­pagne africane. Si pensi al massacro di Adua qui evidenziata dall'immagine del gene­rale Dabormida, ed al ricordo, dopo settant'anni, del reggimento dei giovani univer­sitari a Bir el Gobi.
In questo senso, cioè nel tentativo di far diventare i nostri giovani protagonisti in prima persona della loro formazione storica, si sta muovendo anche il museo del Risorgimento di Bologna, che propone agli insegnanti di ogni ordine e grado dei Centri di interesse di decroliana memoria facendo perno sul materiale esistente nel museo stesso: un'arma, un documento, una divisa, un'insegna, una bandiera, un fazzoletto, una medaglia, ecc., offriranno poi agli scolari e agli studenti la possibilità concreta di allargare i loro orizzonti storici, cioè di diventare protagonisti del loro sapere. Se ascolto, dimentico; se vedo imparo; se faccio capisco. Ecco, qui, a Bo­logna i dirigenti del Museo del Risorgimento si comportano in modo che scolari e studenti siano messi nella condizione privilegiata di poter arrivare dopo il momento dell'ascolto della parola del docente e quello del vedere l'oggetto che viene loro pre­sentato, per prevenire infine al momento dell'agire personale.
Anche nella prospettiva di questa lodevole iniziativa, si apprezza questa pub­blicazione di Alfio Moratti sulle Armate di caria perché essa può offrire molti spunti