Rassegna storica del Risorgimento

BERTINORO ; AURELIO SAFFI ; ONORANZE
anno <2002>   pagina <107>
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Libri e periodici 107
In anni come i nostri, in cui si parla quotidianamente di decentramento e di federalismo, come unica terapia dei mali cronici della macchina statale, lo studio dei regolamenti di polizia urbana, che con l'unificazione tutti i Comuni del Regno furono chiamati a redigere e che disciplinavano materie inerenti al governo delle città (tranquillità, moralità, sicurezza, sanità, commercio, industria, edilizia e viabilità interna), ci porta ad uno dei temi cruciali, sui quali si potevano misurare le inten­zioni, gli interessi e le ambizioni delle classi dirigenti locali.
La Magliani opportunamente nel capitolo di apertura prende in esame la ma­teria, guardando alla legislazione, che detta le linee guida, il quadro entro cui co­struire i diversi regolamenti. È un'analisi attenta, capillare e ben riuscita in un deda­lo di provvedimenti e di norme, mai organizzati in una veste organica ed univoca.
Alle difficoltà organizzative, per così dire, strutturali si sono aggiunti per la Magliani gli ostacoli incontrati sul caso indagato, quello di una città uscita dalla ri­gida gestione pontifìcia e nel primo decennio postunitario guidata dagli stessi uo­mini delle precedenti magistrature. Ed è proprio nei capitoli secondo, terzo e quar­to che si palesano i pregi più consistenti del lavoro. La vita amministrativa nelle vicende e negli uomini viene ripercorsa e riletta con cura e con misura, una cura ed una misura, che possono ci si augura essere di modello per ricerche di analogo tenore su altri Comuni, usciti da esperienze diverse, ma giunti nello stesso periodo al traguardo nazionale.
Le ricerche, come questa condotta dalla Magliani, sono necessarie non solo perché sanano dei vuoti storiografici annosi ma anche perché indicano un percorso logico attraverso il quale apportare allo Stato le necessarie ed indilazionabili modi­fiche.
Solo grazie alle indagini, indirizzate su passaggi concreti, che provino le ca­renze e gli errori e non con i progetti astratti, sarà possibile, infatti, assegnare alle strutture statali compiti nuovi, meno invadenti e più generali, tali da far muovere gli enti locali (Comuni, Province e Regioni) lungo binari utili alla collettività ammi­nistrata, lontani da quegli egoismi localistici, purtroppo destinati a trionfare nel pa­norama politico degli anni Duemila, sordo di fronte all'appello lanciato nel 1994 da Luciano Cafagna con il lavoro emblematicamente intitolato Nord e Sud: non fare a peQ l'imita d'Italia.
VINCENZO G. PACIFICI