Rassegna storica del Risorgimento

MORICHINI CARLO LUIGI ; STATO PONTIFICIO
anno <1922>   pagina <108>
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Vescovo zelante, piuttosto severo co' suo! preti, schivò, per quanto io condizioni de* tempi gii permettevano, d'immischiarsi nella politica./U suo ftome non è comparso mai tra quelli che con la loro autorità vescovile pesarono sinistramente su ì com­promessi di fronte al governo per motivi politici.
Quindi non è maraviglia che il nome e la persona del Mo­nchini seguitassero ad essero universalmente rispettati anche dopo le mutazioni di governo.
Se ne ebbe una prova molto eloquente nel breve periodo che corse dal 18 al 24 giugno 1859, quando, staccatesi le Bo-magne, insorta Perugia, indotto a partirsene il delegato, mon­signor Ilarione Bandi (1), da Ancona, anche a Jesi un manipolo
ricomparve quel flagello; Ricordano die un gìotuo lljeetonneMo del 25 rog-gimento di stanza a Jesi recatosi allo spedale, trovò il cardinale che stava spassando: ammirato, corse in caserma tv chiamati t soldati, li mandò ad aiutare.
(1) N. a Bagnacavallo n 12 luglio 1818. cominciò la sua carriera annni-nistrativa il 29 gennaio 1852 come referendario ili Segnatura; subito gli fu data a reggere, come Delegati) Apostolico, la pìccola provincia di Rieti. Le scoperte che egli fece di documenti assai rilevanti circa- l'avvenuto scisma, tra i mazziniani, divisisi in puri e firn, lo fecero assai apprezzare alla dicevi zione generale di polizia in Roma, l.òsìsulla fine del 185* fu promosso allo delegazione di Perugia, donde non tardò a passare a quella molto più impqr*-tante di Ancona: vi si insidiò il 2 agosto 185.6.
Fino alla primavera del 1859 egli se la cavò benino, non ostante l'in-" scienza dei generali austriaci., comandanti la guarnigione di quella piazzaforte e i non rari incidenti por questioni di competenza col vescovo, cardinal Atti*1 fcoìiuebi. Ma dallo scoppio dello guerra dell'indipendenza nell'Italia settentrio­nale, non ebbe piti paco e forse piò che della propria insufficienza, fu vittima della difficolta pressoché insuperabile della situazione sua.
Il governo pontificio aveva subito proclamato la neutralità, difficilissima ad osservarsi però, poiché nello Stato contemporaneamente si trovavano guarnigioni dei belligeranti, francesi e austriaci. Dato questo stato di cose, era possibile in linea di fatto che gli austriaci permettessero la Ubera pra­tica delle navi ria guerra francesi in pòrti pontifici, nei quali' tenevano guar-nigione le milizie di Francesco '(Giuseppe, come era il caso di Ancona) Oerto non la poteva negare il 2 giugno il Rondi ohe si trovava tra le minacce fran­cesi di rappresaglia per violazione di neutralità, se avesse negata la Ubera pratica olla* fregata V rwpetueufie, e quelle dell'austriaco Mollinary ohe mi­nacciava di far fuoco dalln fortezza sulle navi nemiche, una volta che fos­sero ammesse dal prelato nel porto. Chi in conclusione faceva cattiva figura,