Rassegna storica del Risorgimento
RUFFINI (FAMIGLIA) ; RUFFINI AGOSTINO
anno
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1922
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pagina
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725
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Alle sei il Bianco ricevette l'ordine di recarsi dal generale Bainorino, il quale gli ordinò di trasferirsi con lui a Oarouge* Mentre il generale osservava la carta geografica e si lagnava della scarsità degli elementi alcuni fra i patriotti fremevano, Pallia per gli italiani e Scyllyng per i polacchi gridavano al tradimento, la maggior parte invece sosteneva il generale. Questi se ne tornò nella locanda di Madame Gay ed alle ore nove, anziché alle undici comò Gita stato stabilito, diede l'ordine della partenza. In conseguenza di quest'ordine inaspettato nacque una confusione indescrivibile, mentre al buio, tra le grida e le proteste, si distribuivano le armi.
La maggior parte dei volontari, giunti al luogo dell'adunanza dopo le nove, non videro nessuno, credettero di essere stati lasciati senza armi e senza guida e non poterono prender parte all'azione. Il piccolo esercito, che avrebbe dovuto contare seicento uomini, risultò invece di trecentoventitrè (1), cioè 69 italiani, 54 polacchi, e 100 fra savoiardi, svizzeri e francesi. A Bussey, dove erano giunti ed avevano pernottato senza, disciplina, ricevettero l'ordine di muovere verso Thonon per la strada di Annemasse.
Dopo qualche scambio di fucilate, impadronitisi del posto dei doganieri al ponte Etrembiòres, della Caserma dei Carabinieri, e della dogana di Annemasse, i soldati si accamparono. Si piantò l'albero della libertà, si bruciarono le carte della dogana, si gettarono a basso le anni del re, si cantarono canzoni patriottiche.
Da Annemasse il minuscolo esercito marciò a Ville Grande dove fu molto festeggiato: abitanti del paese si unirono alle file degli insortì, il cui numero toccò i 400 circa.
Giungendo ripetuti allarmi (si credeva di vedere in lontananza i soldati del re), il Bianco si recò dal generale Bamorino per avere schiarimenti circa l'azione futura, ma se ne tornò con la convinzione, che il Bamorino realmente tradisse la causa dei
patriotti.
Oramai le cose erano giunte a tale confusione, che pia nessuno sapeva che dovesse fare: i capi stessi ordinarono ai soldati di sbandarsi e di mettersi in salvo sul territorio svizzero (2).
(1) a. MAZZINI, Scritti, Edi. Naz., Politica, voi II, pagg. 366 e sog.
(2) G. MAZZINI, Scritti, Ed. Naz. Polit.', voli II, pagg. 361 e segg.: C. CA GKAGOX, Op. cit., pagg. 48-57.