Rassegna storica del Risorgimento

RUFFINI (FAMIGLIA) ; RUFFINI AGOSTINO
anno <1922>   pagina <745>
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giovinezza, e VesMo ài Agostino Buffiti/è Ì
tacci le conjuré plebeien, qui est un chef-d'euvre d'art, et de logique .
L'animo si corninowa, rabbrividiva e fremeva. Sotto l'ispi­razione di una tal musica potente: Agostino Euffini scrisse un lungo artìcolo, in cui svolgeva alcune delle sue idee preferite: diceva un po' male del Eossini, pur riconoscendo che era il gran Maestro, il Napoleone della musica. Lo fece leggere ad alcuni giornalisti, i quali lo colmarono di infinite lodi: che scriveva in lingua francese meglio che i francesi stessi, che le sue idee erano quanto vi poteva essere di più vero e di più nuovo. In conclusione però essi non osavano stampare sul loro giornale
il suo articolo per le critiche fatte a Eossini erano giuste,
ma Eossini era un gran nome.
Tanta bassezza lo indignò; non si osava dunque, in Francia, dir la verità neppure in arte? Si sentiva tentato di strappare il suo articolo, ma un amico se ne impossessò, dicendo che avrebbe cercato di trovare un giornale che osasse dire la verità (1).
Eiceveva numerosi inviti dalla migliore società parigina; dalla Duchessa di Abrantès, dalla contessa Ooney, dalla princi­pessa Buonaparte, ma egli preferiva la solitudine della sua ca­mera, i suoi libri: quello era il suo mondo (2).
Aveva conosciuto Victor Hngo, del quale dava un giudizio as­sai severo J- H estunlittérateur comme tons lésont en France: gonfie de lui-mème, écrivain par speculation. Si vous leur parlez de gioire, ils vous répondent: cela m'a rapporté tant et cela tant . Mandava l'indirizzo dell'Hugo al sig. Coatti [Federico Eosazza] che glielo aveva chiesto, desiderando recarsi a Parigi; avrebbe fatto bene, gli rispondeva, per mezzo di Donna Eleo­nora, Agostino, così si sarebbe convinto che la Francia era morta, e che tutto vi si riduceva a concettmi. Le idee del Gatto sopra il Donizetti erano troppo severe; egli era Bellinista come set­tantanni prima si era metastasiani. Oiò non poteva durare. Il n'y a pas un compositeur, qui comprenne la mission de la mu-sique, ils n'ont pas de logique: tant qu'on ne sera philosophe avant d'ètre compositeur, nous n'aurons que des beaux motives: nous n'aurons jamais une pensée musicale (3).
(1) 26 mars 1835, MSÌ 123. V. CAGNACCI pag. 89, nota,
(2) 8 fóvrier 1835, Ma. J05, Paris poni' GÓnes.
(8) 10 avril 1885, Ma. 182. CAGNACOI. parte tradotta* nota, pag. 89.