Rassegna storica del Risorgimento

RUFFINI (FAMIGLIA) ; RUFFINI AGOSTINO
anno <1922>   pagina <748>
immagine non disponibile

748
Marta Rosa Boritale
Nella prima metà del febbraio 1835 cadde ammalato e morì lo zio canonico, che per gli esuli nepoti era stato come un padre, aiutandoli spesso nelle loro strettezze finanziarie. Adorons les decreta éternels et les lois immuables de la nature, qui fait de la destruction la souree de la vie >> (1), scriveva Agostino conso­lando la madre plions nos fronts au Dieu Grand, et adorons tout en gémissant la main qui nous frappe. Supportons avec di-gnité nos longs malheurs, la constance est le complement de toutes les vertus. Non celui qui aura commencé, mai qui aura persévéré jusqu'à la fin sera sauvó. Jusque à la fin, oui, jusque à la fin nous serons forts, nous serons résignés, nous serons fiers de notre conscience sans tacile. Pormons no tre noyau: que le centre à nous tous sois cette personification de la douleur, et de la vertu, cette femine sensible, et sublime, qui est notre Ange à nous tous (2).
Nel marzo 1835 morì ai * Batignolles , presso Parigi, l'e­migrato italiano generale Paolo Olini, a cui non furono trovati che 26 soldi: on dit que c'était un brave: un de ces homm.es, qui ont un coeur de patriote sous la divise . Più di duecento italiani e molti polacchi parteciparono ai funerali, accompagnando il feretro nel cimitero presso Grichy-la Garenne e rivolgendo l'ul­timo commosso addio alla salma del compagno di sventura. 11 giornale Le réformateur dava la relazione di tale commo­vente spettacolo con un articolo di Agostino Euffini (3).
Alla salute del giovane esule non solo non s'addiceva il clima di Parigi (nell'aprile 1835 era infatti a letto ammalato), ma nuoceva il regime di vita che doveva condurre nelle pernioni, dove non era servito bene; sopratutto gli pesava la stretta eco­nomia a cui era costretto: in tutto il tempo che fu a Parigi non andò mai al caffè; mai al teatro eccètto quando aveva i biglietti gratis, non fumava più che la pipa (4).
Inoltre la polizia, che sapeva come egli non trascurasse oc­casione per far opera patriottica ed umanitaria, che conosceva le sue relazioni con molti esuli italiani e polacchi e con rappresen-
g20 fdvricr, Ms. 107.
(2) 26 febbraio I35 Àg,, À 109.
(3) 26 mars 1835, Ms. 123. ÌÉfwy85, Ma. 130.