Rassegna storica del Risorgimento
RUFFINI (FAMIGLIA) ; RUFFINI AGOSTINO
anno
<
1922
>
pagina
<
789
>
La giovmezm e l'esitilo di Agostino Bufflm 789
là, dove non erano leggi eccezionali per i rifugiata, dove ogni uomo, stranièro o indigeno, era sotto la tutela del diritto comune. Londra presentava loro moltissimi inconvenienti sotto il rapporto finanziario, ma in compenso là essi sarebbero stati uomini liberi, avrebbero avuto un nome, una personalità, e l'indipendenza, vantaggi a cui da lungo tempo avevano rinunciato. Dunque Viva Londra! ...*, Per questa volta i gendarmi svizzeri non avrebbero guadagnato il premio dei 25 luigi.
Il momento era venuto di lasciare quei luoghi cari per le amicizie (1) e per i ricordi che abbellivano i giorni, altrimenti monotoni: e fra tutti il ricordo dell'amica scomparsa dominava (2).
Il duca di Montebello promise che tanto il Mazzini che i fratelli Ruffini avrebbero attraversato la Francia senza essere menomamente molestati dalla polizia. Essi alla loro volta diedero la loro parola d'onore che sarebbero andati direttamente min
ti) Legata a loro da grande affezione era Eugenia dn Common di cui il CAGNACCI riporta a pag. 136 in nota traci, una lettera del 28 (dio. '36) scritta per la loro partenza.
(2), << Il giorno 22 di novembre segnava Agostino in un taccuino provai una sensazione o piuttosto una illusione che difficilmente potrei rendere con parole. Èra snlP imbruni re, passeggiavo su e giù. nella mia cameretta n. 20. Sento nel corridoio i passi di alcuno che giunge ed entra nella camera di Giuseppe. Capisca che egli è il marito di Anna, ine ne accertano poi le grida giulive de7 suoi dne fanciulli i quali già si trastullavano dinanzi la casa col loro piccolo amico Nuggoli fffi I miei pensieri si riportavano naturalmente alla memoria della mia povera amica. Mi appoggio mesto e meditabondo al mio comò. Ad un tratto sento un leggerissimo fruscio nel corridoio, come di. ombra che passasse. Un suono basso, ma pure acuto, come zirlo di tordo, che chiama Fritz. Quella voce ora di Anna: quel Fritz senza alcun titolo, la simi-glianza della voce, quel corridoio in cai tonte volto avea passeggiato e dove era quella camera n. 17 abitata da lei, il suo canapè nella mia camera, il colore dei mei pensieri in quel momento, il crepuscolo erano tutte circostanze che onestavano: jper così dire quella mia illusione. Del resto l'adonesterò interamente dicendo che quel fruscio e quel chiamar Fritz erano della madre di Anna la quale tornava a Bragg (Argovin) accompagnata fino a Soletta dal genero e M nipotini,
Nel momento cn?!o, era più vivamente commosso, entrò mio fratello nella mia camera chiedendomi se avessi osservato la comoda vettura ohe era giù innanzi a la casa. Ciò contribuì non poco a far cessare quello stato d'esaltazione. Ohi Ansia, t'amai più alloroj o t'amo più adesso? . Il sabato 24 dicembre 1830,, i* bagni grahgesehi(era), CAAOCI, pag. 150, in nota,