Rassegna storica del Risorgimento
1825 ; PROCESSI ; CARBONERIA ; MARCHE
anno
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1922
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pagina
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870
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Processi e relazione generale sulla Carboneria delle Marche
TIK (1828)
La lotta guelfa e ghibellina che per circa due secoli aveva imperversato ostinatamente con lunghe guerre e rappresaglie, aveva estenuato l'economia delle Marche: il governo statale che si sovrappose alle vinte autonomie affrettò il declinare di tutta la regione: alle arti mancò ogni forza progressiva: le amministrazioni comunali rimasero nelle iolmé passate e il pensiero non fu più libero.
Permase lo studio deU'antiehita: la letteratura delle Marche fu sempre classica, unico alimento del pensiero che potesse an cor mantenere il nome d'Italia. Ma il letterato cercava trovare sfogo al suo spirito solo nella conoscenza della lingua e della civiltà classica, come il tolentinate Filelfo, o nell'armonia del verso, come il Oaro di Oivitanova; che se anelava la libertà, doveva fuggire in paese straniero: lasciò la sua patria Alberico Gentile di Sanginesio che dalla legge romana trasse le prime linee di un diritto internazionale; Traiano Boccalini di Loreto, scrittore di liberi sensi, fu perseguitato dall'Inquisizione e forse perì di veleno. Ma nella seconda parte del settecento comincia a sentirsi qualche mutamento; nell'agricoltura, negli scambi commerciali e anche nel governo appare indizio di diverso orientamento. La letteratura latina domina in tutte le scuole. Ma il livello ih cui si era scesi, era molto umile: lento era il moto della vita. Venne di fuori la forza che lo accelerò: la rivoluzione di Francia e Napoleone.
Allora si formò una nuova coscienza nei ceti più istruiti; lo spirito di quel momento fu espresso dal genio del Leopardi;