Rassegna storica del Risorgimento
ROMA
anno
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1922
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pagina
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947
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Renna segreta aìHndommm della Restaurazione 94tf
tforsanco il Fedeli stesso con gli altri carbonaii in Boma avranno partecipato al medesimo fremito e alla medesima cospirazione marchigiana-romagnola. Ma comunque ciò fosse, sta in fatto che da un esame di tal Gaetano Oiliberti calabrese, da circa due mesi in cai-cere per pretesa espilazione dalla cassa civica di Cagliari ove era impiegato, esame assunto in data 20 novembre 1817 dall'assessore Leggieri nella Camera della Direzione dolla Polizia (1), risultò che si tramava una congiura tra carcerati per far uscire tutti dalle carceri in un dato tempo . Essendo il Oiliberti compagno di segreta (in quella di S. Stefano) nelle Carceri nuove con taluni rei comuni emolitici, fra i quali ultimi ligi Domenico Valentin! e Pacifico Nardinocchi (di Mon-tedinove, coinvolto nel processo per la cospirazione suaccennata) ed accortosi, da più d'un mese, di segreti discorsi che andavansi facendo fra. quei due è tal Filippo Pesoli di Nemi e il romano Sebastiano Eossetti, ne avea chiesto al Nardinocchi (2), e da lui, in tufcfea segretezza, avea avuto la confidenza di cui sopra, con i seguenti dettagli: Vi era l'intesa con tal Vincenzo cameriere del principe Gabrielli, che circa le 4 ore di notte da precisarsi . dovevano comparire nel carcere otto in dieci persone vestite da carabinieri con de' fìnti carcerati dando così a conoscere ai Guar-
colà dimorante. SPADONE >. Sette, cospirazioni e cospiratori nello staio pontificio all'indomani della Restaurazione. Società Torio. Ed. Nazionale 1904, pag. 167.
(1) Arch. di Staio in Roma. Tribunato Supremo della S.. Consulta: Commissione speciale pei processi dei delitti politici dali'aono 1804 fa tutto maggio 189. Proc. N. 6, busta 11.
(2) Allorché il Ciliberto chiese al Nardinocchi di che trattassero nei loro segreti colloqui, questi gli domandò a qnal setta appartenesse e so era carbonaro. 11 Ciliberto disse di non esser che massone, per quanto non lo: l'Osse. Egli allora lo istigò ad ascriversi ai Carbonari, dicendogli che tali erano esso Nardinocchi, il Valentini e il Pesoli, statovi ascritto da loro in caroero. Adendo detto ch'egli desiderava imparare il giuramento, il Nardinocchi lo dettò ai Pesoli, che lo scrisse con un zeppo e col sangue nel modo eh1; si leggeva in una caseina sequestrata. Dietro alla cartina, era scritto di carattere del Pesoli Findirixzo del Valentini ai caffi* 'f Icenzo: affinchè egli nell'occasione che fosse passato, alla larga e mosso in libertà l'avesse fatto tenere al suddetto Vineenao Oameriereì e l'avesse istigato, a'Sollecitar -Feffetfco della rivolta, conforme il Giliberti disse essergli stato confidato dal Valentin!, dal Nardi-nocchi e dal Pesoli, dopo averlo messo a parte dei loro progetti.