Rassegna storica del Risorgimento
LATTANZI GIUSEPPE
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1922
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G. Paladino
Potenze col dimostrarsi forte e capace di mantenere l'ordine, decise di impedire ad ogni costo l'azione settaria, ed al ritorno dei tre delegati nella capitale li fece arrestare nella pubblica via. Compiuta l'operazione, il Borrelli, che aveva agito d'accordo col ministro di Giustizia, Francesco Ricciardi, dal quale dipendeva, mentre incaricava l'Intendente di Avellino di eseguire le opportune indagini sul luogo, dava notizia dell'accaduto al Ministro degli Esteri col seguente rapporto, che traggo dalle carte di Polizia del tempo, e che riporto integralmente, perchè ci descrìve come avvenne l'arresto. Son ritornati da Avellino gì' individui partiti da Napoli per promuovere una sedizione. Essi avendo de- viato dalla strada consolare, gli agenti della sicurezza li hanno raggiunto a Toledo. "Guglielmo Palladini, uno degli arrestati, ha lacerato una carta, di cui era latore, ma i pezzi sono stati rac- colti e potrà leggersi. Vecchiarelli ha alzato la voce, dandosi a conoscere per carbonaro, e minacciando che il di lui arresto avrebbe accelerato la controrivoluzione. Niuno ha però pre- stato loro assistenza, anzi il nipote di Scioli e altri indivìdui delle Società patriottiche hanno cooperato ad assicurarli alle forze insieme con le loro carte. Gli arrestati sono Palladini, Yecchiarelli e Pasquale Maenza, tutti e tre reduci da Avel- lino in una sola vettura. Le loro risposte sono state ineonclu- denti. Le loro carte indicano apertamente un' insurrezione con- tro l'Alta Vendita ed una mossa di armamento nelle provin- eie di Salerno e di Avellino. Queste sono state suggellate e i detenuti vanno a spedirsi a brte Jfuovo; Palladini aveva indetta una riunione al Carmine pel 7. Il maggior buon ordine è regnato durante l'operazione e lo spirito pubblico si è ma- nifestato per la persecuzione dei rei (1). Pochi giorni dopo fu arrestato il Lattanzi, e si ritenne generalmente che egli avesse ordita tutta la trama operando per mandato dello straniero. H giornale ufficiale infatti, nel dar conto dell'accaduto, scriveva: Sono da giorni in mano della Giustìzia alcuni nostri concitta- dini ed uno straniero [LaHomil, da qualche tempo venuto dall'Alta Italia. Dicesi che per opera di quest'ultimo si fosse macchinata una congiura tendente a perturbare l'ordine pub- blico, e che si fosse a tale oggetto tentato di far servire come strumento del pravo disegno i principii medesimi, ai quali an-
(1) Carte di Polizia, ivi.