Rassegna storica del Risorgimento

LATTANZI GIUSEPPE
anno <1922>   pagina <963>
immagine non disponibile

Un'avventura di Giuseppe iótiamt a Napoli nel 1820 963
.IL i .
diamo debitori della nobile ealma, del virtuoso contegno e dello spirito di concordia, oggi più che mai generale nel Regno. La sicurezza che gli abitatori della capitale e delle provincie sa- rebbero disposti a perire anziché farsi involare con la giurata Costituzione il palladio delle nostre franchigie, avea fatto cre- dere che sarebbe stata facile muovere gli uni e gli altri alle armi ed a qcialimque audace, impresa, ove si fosse rappresentata loro vicina l'irruzione di un esercito nemico diretto a sottoporci a dura dominazione, ed ove si avesse avuta l'arte di far dimi- nuire il rispetto per il Ee e per i suoi Augusti Figliuoli, fa- cendoli credere conscii dell'ostile aggressione. È fama che pochi sconsigliati fossero caduti nei lacci, i cui estrema, si fanno da taluni giungere m remote contrade, che noi crediamo saggio consiglio tacere fino al momento che non siano rendute pub- bliche le prove risultanti dai fatti.
Checché sia di ciò, pare che taluni, abusando del loro accesso in alcune Società Patriottiche, abbiano cercato pervertire gli animi ed indurgli a prestar mano all'opera per noi indicata, e che i loro disegni siano andati a vuoto grazie al vero amore di patria ed alla tenera devozione di tutti i Napoletani per la Sacra Persona del Ee e per la sua Augusta Dinastia . E continuava ricordando le circostanze della cattura dei tre emis­sari e dello straniero indicato come fabbro di tanto inganno , lodando il pubblico per il suo contegno rispettoso dell'ordine e della legge, e annunziando che i rei sarebbero stati giudicati dai Tribunali. Terminava formulando l'augurio che essi potessero di­mostrarsi innocenti della colpa loro attribuita (1).
L'arresto del Lattanzi e le dicerie suscitate da esso provo­carono uno scambio di note fra il rappresentante dell'imperatore d'Austria a Napoli e il governo. Fin da quando si diffusero le prime voci della complicità straniera nella congiura, il conte di Menz, ben sapendo a chi si riferissero, credette opportuno di protestare, dichiarando di essere completamente estraneo alla faccenda. On vient de m'apprendre scriveva egli al duca di Gampochiaro 1'.11 settembre que l'arrestation d'un cer- tain Lattanzi, natif du Royaume Lombard-Venitien, pouvait y avoir donno iieu [alla diffusione della diceHal Oet homme, qui 1 ne s'ótaitjamais présente à la Lcgation pour se mettre en regie
(1) Giorn. coattive., la settembre 1820.