Rassegna storica del Risorgimento
1819-1820 ; ROMAGNA ; CARBONERIA ; GIORNALISMO
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1923
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Fulvio Cantoni
ooininoiò dallo stabilire mia demagogia assai imperfetta. Queste dopò pochi anni fu soverchiata da ano ohe si chiamò il Presidente della Kepubilca, e che ne fu il Moderatore. Ben tosto il Presidente divenne il Kev è ci oppresse wtftW' dispotismo non inferiore a quello de' Governi Orientali. I grandi corpi dello Stato non erano ohe vani fantasmi li Statoti Costituzionali mm illusioni, o servivano ad avvalorare il potére arbitrario ohe li dettava. La volontà Nazionale non esisteva, e tntto piegava al capriccio di un solo. Gli avvedimenti (M. 1813, e degli anni successivi ce ne liberarono. Ma oh Dio quale MhMafciene.. Invasi dallo Straniero in preda alla discrezione di partiti lacerati da una ridicola guerra, mal condotta per nna parte, noi siamo ripiombati nell'abisso in coi eravamo 28 Anni fa. Il dispotismo secolare ha dato luogo al più terribile dispotismo dei due poteri che furono sempre il flagello dell'umanità, ed il Papa è tornato fra noi con quella pinecza di potestà con cui altro volte scuoteva 1 Troni, ed atterìva le Nazioni. Noi abbiamo dovuto pagare: uMora paghiamo il prezzo della vendita che si è fatta di noi come di tM armento al Frate Chiaramonti, il qnalo colle paterne sue viscere, e cogli oracoli ddUt sua ?>>a. voce che ognuno de' suoi Ministri emana in di Ini nome non cessa di tareche noi suoi amatissimi sudditi preferiamo le oppressioni del Corso al doiw. e paterno regime di Sua Santità. Tale è lo Stato nostro attrailo, ci tale è pur quello degli altri Popoli d'Italia caduti nell'antica degradazióne; Nói per quanto lo comportano i limiti di questo foglio andiamo ad istituire nn esame dettagliato e comparativo.
(sarà continuato).
Varietà.
L'esito delle conversazioni delle quattro Accademie dell'Ateneo Forlivese separatamente radunate ieri sera prova quando sia buono in generale lo spirito della Città. Lo stato generale dell'Ateneo già purgato dai germi di dispotismo onde i primi di lui compilatori lo avevano sparso né poteva piacere che ad alcuni cattivi nemici della istituzione, né ad alcuni ambiziosi ohe ne volevano essere i despoti. Tutti costoro benché con diverso fine dipinsero all'Autorità la Costituzione coi colori più svantaggiosi e fecero sì ch'essa volesse delle riforme ch'eglino stessi poi compilarono. Ma ognuno ha dovuto persuadersi che la fermezza de' buoni Forlivesi resiste a tutto, poiché mal* grado le insinuazioni, e le minaccio di alcuni striscianti li quali purtroppo fanll0 parto dell'Accademia, le riforme furono rigettate dalla magiorità. È. meno, niale che l'Ateneo non esista di quello ch'esso debba formare il degradante spettacolo di una moltitudine di persone sensato che si lasci ciecamente dominare da pochi despoti.
26 febbràio 1819.
Nuovo argomento di dispiacere ai Nobili di questa Città hanno dato le Poesie offerte da alcuni jpi alla Società dei Cittadini di Forlì per le