Rassegna storica del Risorgimento
MARINA ; SAULI DAMIANO ; SAVOIA-CARIGNANO (DI) EUGENIO
anno
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1923
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VammimgUo Principe Eugenio- <M Savoia ecc. 61
vesse mai fatto, il giovane Ministro della Mai-ina difese calorosamente l'autore del bacino scagionandolo dall'immeritato e stupido rimprovero. Tuttavia il nostiMaappimò un'amarezza non meno profonda di quella provata per l'incidente provocato alcuni anni prima dal Direttore dell'Arsenale.
In questo lasso di tempo il Sauli era pervenuto al grado di colonnello ed allg carica di Comandante in seconda del Genio Marittimo. I suoi concittadini lo mandarono alla Camera quale rappresentante del VI collegio elettorale di Genova. Vi si fece subito notare nella trattazione delle questioni militari, che con le finanziar' erano le preminenti di cui si occupava allora il Parlamento Subalpino. Infatti bisognava riordinare l'Esercito dopo la disfatta di Novara, riordinare la Marina dopo l'infelice campagna navale del 1848-49, nncnjSl.a Finanza dissestata, conseguenze di quegli avvenimenti.
Intanto Gavoni* pensava dare un più ampio impulso alla Marina col traslocarne la sede da Genova alla Spezia. Trattavasi di costruire colà un grande arsenale marittimo per l'auspicata futura Marina Italiana. Notino i lettóri che si era alla metà del 1851, e nutrire tali propositi allora significava profetare l'avvenire. Pochi perciò coloro che seguissero i propositi del giovane ministro reggente la Marina. Fra questi era il buon impresario Pietro Gambaro. Fidente nella reputazione acquistatasi nel costruire il bacino, con animo semplice ed entusiasta, corse a Torino ad offrirsi per erigere il futuro arsenale alla Spezia. Quando ciò si seppe venne deriso da non pochi invidiosi, e da altri peggiori nonché calunniato nelle sue intenzioni; sicché dovette difendersi, polemizzando, dalle colonne dei giornali e perfino con dichiarazioni a stampa affisse ai muri della sua città natale. Insomma, questo bacino che fu il primo che si fosse costruito in Italia, che, ormai compiuto, da per sé stesso eloquentemente onorava coloro che avevano concorso a formarlo, non serbò ai suoi autori se non amarezze ed ingrati disconoscimenti. Ebbero, è ben vero, gli elogi di Cavour, che venuto a Genova visitò minutamente il bacino (vi stette un'intera giornata) nonché i meccanismi che lo dovevano porre in esercizio; ma la parola dello statista r non ancora divenuto grande se fu per loro di